IL Focus sul tema “i comuni, il pudm, il prp e l’interazione città- porto”, organizzato dal gruppo parlamentare all’Ars “Popolari e Autonomisti” che si è svolto al Palazzo della Cultura di Catania, ha costituito l’inizio di un necessario iter, per l’importanza che le delicate aree cerniera tra città e porto rivestono, in quanto determinanti i destini prossimi della città. È necessario ed indispensabile un dialogo tra istituzioni e amministrazioni, ma anche con l’intera città, come dimostrano le esperienze sul campo che hanno dato risultati e performance degne di rilievo. Un dialogo che assomigli più ad un “laboratorio” dei processi di trasformazione urbana, e non solo come ambito di mediazione di interessi diversi e spesso in conflitto.Il Sindaco di Catania Enrico Trantino, ha affidato i saluti istituzionali all’Assessore all’Ambiente Massimo Pesce, poi si sono susseguiti l’On.le Giuseppe Lombardo, l’Assessore al territorio e Ambiente Giusy Savarino, il presidente del consiglio comunale di Catania Sebastiano Anastasi, e, per conto del presidente dell’Autorità Portuale Francesco di Sarcina, Pierluigi Incastrone, Dirigente ADSP della Sicilia orientale.“Parliamo del Porto, ma anche di PUDM – ha detto il deputato regionale Mpa on. Giuseppe Lombardo – alla luce della nuova normativa regionale di recentissima approvazione che ha dato una risposta seria e concreta alle tante attese degli imprenditori del settore, snellendo le procedure di approvazione dei PUDM, e soprattutto introducendo una pianificazione generale e regionale che va a sostituire quella dei comuni che non hanno ancora adottato i piani di utilizzo del demanio marittimo. Parliamo ovviamente anche di Porto, perché sono temi strettamente correlati e io credo che su questo fronte dobbiamo assumere una posizione che deve essere consapevole. Il dibattito di oggi ha avuto l’obiettivo di produrre spunti di riflessione che ci portino ad esprimere un punto di vista qualificato su un’area che fa parte di questa città, e che non può essere considerata come qualcosa a sé stante. Non siamo per il no a tutti i costi, ma vogliamo che il piano degli interventi e il piano di pianificazione portuale sia improntato a principi, che sono quelli della sostenibilità ambientale, e a valori che sono quelli della coerenza con lo sviluppo commerciale di questa città, in modo da evitare sovrapposizioni e speculazioni. Occorre valutare l’impatto che gli interventi avranno sul turismo e sulla viabilità, e sulle vocazioni insite nel territorio catanese”.L’incontro, moderato dall’arch. Vera Greco, è stato introdotto da Pina Alberghina, Coordinatrice comunale MPA Catania, ed è stato articolato in sei interventi che hanno tracciato un quadro stimolante per la prosecuzione dell’iter di approvazione del PRP.“Grazie all’intervento di esperti e rappresentanti istituzionali – ha detto Pina Alberghina – abbiamo avuto la possibilità di approfondire le implicazioni della legge regionale n. 1/2025, analizzato le opportunità che la nuova normativa (art 8) offre in tema di adozione del Pudm ed anche le sue criticità. Una nuova gestione integrata e sostenibile del demanio marittimo cui il Prp deve armonizzarsi per coerenza di obiettivi, sostenibilità ambientale e ottimizzazione delle risorse ed a cui non può non accompagnarsi una programmazione accurata dell’interazione porto città, tema questo che riguarda non solo la pianificazione territoriale ma anche la qualità della vita dei cittadini e la competitività del territorio. Un tema di grande importanza e attualità, in particolare per la città di Catania che nei prossimi giorni si presta ad esaminare in consiglio uno degli strumenti di pianificazione più importanti per la città, il Prp”.L’On.le Giuseppe Carta, presidente della IV Commissione Ambiente-Territorio e Mobilità, ha illustrato le linee generali del PUDM, e le relazioni tra città e Demanio Marittimo, con tutte le problematiche e le criticità dovute sia alle variegate situazioni costiere, che al ritardo da parte dei Comuni di dotarsi di PUDM.“È chiaro – ha detto l’on. Giuseppe Carta, presidente della IV commissione Ars – che va data la certezza della destinazione portuale. Oggi, come non mai, abbiamo bisogno di sicurezza per costruire, per investire, per utilizzare i terreni, per bonificare, per pulire, per riordinare. Finalmente la regione fa un atto serio, fa un atto che mette al sicuro la futura programmazione urbanistica, sociale e a questo punto anche commerciale delle riviere, dei porti, di tutte le aree che vanno a toccare il mare in Sicilia. Si tratta di una grande opportunità perché il mare e tutto quello che lo circonda sono un grande attrattore turistico per questa regione, ma anche industriale e di sviluppo.L’ing. Riccardo Lentini, della Direzione Infrastrutture e Pianificazione ADSP Sicilia orientale, ha parlato dei contenuti del PRP in itinere, confermando che non esiste un masterplan generale, e l’interazione città porto è demandata a scelte successive.La prof.ssa Fabiola Fratini, ordinaria di Urbanistica all’Università de La Sapienza di Roma ha illustrato una delle migliori best pratices nelle sinergie Porto-Città: Hafen City, ad Amburgo, che, grazie ad un masterplan generale e ad un rispettato cronoprogramma degli interventi, con una partecipazione attiva dei cittadini, ha intrapreso un percorso virtuoso che ha coinvolto circa 10 miliardi di euro di investimenti privati a fronte di 3 miliardi di quelli pubblici.L’iter virtuoso che ha portato la città di Palermo a riconoscere il suo rapporto col mare, spezzato nel 1943, con i bombardamenti della seconda guerra mondiale proprio nella zona marittima, sapientemente gestito dall’Autorità Portuale, e in forte sinergia e collaborazione con il Comune e con le Istituzioni, ha caratterizzato l’intervento dell’Arch. Sebastiano Provenzano.La necessità di uno strumento di pianificazione come un Masterplan per il Waterfront è stata sottolineata dall’arch. Pietro Calì, grazie al quale è stato possibile venire a conoscenza della numerosa mole di progetti e idee, e quindi analisi, conoscenza e studi, che sono stati recentemente fatti per la città di Catania, ma non hanno avuto alcun esito, né divulgativo, né propedeutico a nessun piano.E infine, l’Ing. Gianluigi Pirrera, il cui tema investiva il ruolo del Porto nello sviluppo sostenibile della città e nel rapporto col contesto, ha focalizzato l’importanza di una visione ecologica e di economia circolare, partendo dal recupero e riutilizzo di quello che consideriamo rifiuto, come ad esempio la sabbia dell’Etna, o i dragaggi delle aree portuali e di foce, per utilizzarli producendo servizi ecosistemici con bilancio dei costi/benefici.A conclusione dei lavori durante il dibattito sono intervenuti Giancarlo Cancelleri, già sottosegretario ai Trasporti, l’arch. Antonio Trapani, l’arch. Orazio Pellegrino, l’ing. Giuseppe Rannisi, l’arch. Gesualdo Campo, l’ing. Ferro e l’ing.Di Muro, con le conclusioni dell’incontro affidate all’arch. Vera Greco.