L’Ordine dei Fisioterapisti di Catania Ragusa Siracusa, insieme a quello di Palermo e Trapani, rappresentano punti critici riguardanti l’accesso alle prestazioni di fisioterapia e costi maggiori in Sicilia rispetto alle altre regioni d’Italia, oltre alla preoccupazione per le ricadute del nuovo nomenclatore tariffario delle prestazioni di specialistica ambulatoriale sull’esercizio della professione di fisioterapista in Sicilia.Già con due note inviate all’Assessorato regionale alla Salute (il 19 gennaio 2024 e il 7 gennaio 2025), gli OFI avevano posto l’attenzione sulle criticità del sistema attuale, che rischia di compromettere l’efficienza delle cure fisioterapiche e di aumentare i costi a carico della sanità pubblica, adesso la richiesta di un incontro urgente con l’assessore della Salute della Regione Sicilia, la dott.ssa Daniela Faraoni e al dirigente generale del Dipartimento per la Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino.Un sistema oneroso che rischia di compromettere la qualitàNel 2024, le spese per queste prestazioni in Sicilia hanno superato i 60 milioni di euro, senza un reale miglioramento dell’efficienza del servizio.Uno degli aspetti più critici riguarda i “percorsi riabilitativi” (PR) affidati alle strutture ambulatoriali convenzionate, che in Sicilia prevedono, già dall’anno 2002, una tariffazione difforme da quella nazionale, con un conseguente aumento della spesa. Inoltre, i pazienti sono costretti a sottoporsi a una doppia visita specialistica, nonostante la normativa preveda che la prescrizione possa essere effettuata direttamente dallo specialista della patologia dorigine, dal medico di medicina generale (MMG) o dal pediatra di libera scelta (PDLS). Questa prassi, oltre a creare disagi e lungaggini per i cittadini, favorisce un modello in cui prescrittore ed erogatore coincidono con lo stesso soggetto.Una richiesta di revisione del sistemaRecentemente, i rappresentanti dei centri ambulatoriali privati accreditati hanno richiesto un incremento delle tariffe, citando l’aumento dei costi operativi e l’inflazione. “Noi riteniamo invece che il vero problema sia l’inefficienza del sistema: le prestazioni di fisioterapia dovrebbero essere gestite direttamente dai fisioterapisti, unici professionisti sanitari abilitati ad erogare queste prestazioni con titolarità e autonomia”, così il dott. Orazio Meli, presidente dell’Ordine dei Fisioterapisti di Catania Ragusa Siracusa. L’attuale normativa regionale, infatti, non rispetta le competenze professionali e colloca la Sicilia tra le regioni con i costi più elevati per le stesse prestazioni già dal 2002, anno in cui è stato applicato il decreto assessoriale sui LEA.

La soluzione: accesso diretto e riduzione dei costiUn modello più efficiente dovrebbe dunque prevedere l’accesso diretto alle prestazioni fisioterapiche, già adottato con successo in molti paesi europei. Secondo lo studio della Fondazione GIMBE (Accesso diretto alle prestazioni di fisioterapia – Evidenze scientifiche e riferimenti normativi, novembre 2024), finanziato dall’Ordine dei Fisioterapisti del Piemonte e della Valle d’Aosta, questo sistema offre numerosi vantaggi: riduzione dei tempi di attesa, maggiore soddisfazione dei pazienti, ottimizzazione delle risorse sanitarie. Al fine di discutere questi temi, gli Ordini interprovinciali dei Fisioterapisti di Catania, Ragusa, Siracusa, Palermo e Trapani ribadiscono la loro disponibilità a collaborare con le istituzioni per individuare soluzioni che garantiscano la qualità delle cure, il rispetto dell’esercizio professionale e una razionalizzazione della spesa sanitaria, chiedendo dunque formale richiesta di incontro con l’Assessorato regionale alla Salute, per discutere le criticità evidenziate e proporre un nuovo modello di gestione delle cure fisioterapiche in Sicilia.