“Con una recente circolare emanata dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, è stato disposto che, a fine anno, i poliziotti saranno retribuiti per le ore straordinarie effettuate fino a un massimo di 100 ore pro capite. Questa misura, tuttavia, lascia inevasi corposi arretrati relativi agli anni 2023 e 2024, ben superiori alla soglia fissata.La cronica carenza di personale, unita all’aumento delle esigenze di ordine e sicurezza pubblica, ha portato a una richiesta sempre più pressante di lavoro straordinario, spesso necessario anche per attività ordinarie. Di fatto, centinaia di poliziotti si trovano costretti a prolungare il loro turno di lavoro per una media di oltre tre ore giornaliere. Parliamo di articolazioni come Squadre Mobili, uffici Scorte, Sezioni Volanti, uffici aperti al pubblico, Polizia Stradale, Ferroviaria e, in particolare, dei Reparti Mobili, dove il servizio supera spesso le 12 ore al giorno. Questo sovraccarico ha generato arretrati che oscillano tra le 300 e le 600 ore annue per agente.Nonostante ciò, il Dipartimento ha deciso che, dopo mesi ed anni di attesa, i poliziotti saranno ‘ricompensati’ con la liquidazione di una tranche di sole 100 ore di straordinario, il resto si vedrà, ignorando il sacrificio di chi quotidianamente mette a disposizione la propria vita per il bene collettivo. Questa decisione è una vera e propria offesa al lavoratore. Nessun altro datore di lavoro potrebbe pensare di imporre centinaia di ore di straordinario senza corrispondere una retribuzione adeguata, pena vertenze sindacali e interventi degli ispettori del lavoro. Eppure, al Dipartimento di Pubblica Sicurezza sembra essere concessa una sorta di impunità.Pur comprendendo che l’enorme ricorso al lavoro straordinario sia causato dal combinato disposto della grave carenza di organico che il Dipartimento non riesce a colmare e della necessità di assicurare i servizi che i cittadini hanno il diritto di ricevere, come tempi adeguati per il rilascio dei passaporti, più agenti sulle strade, piazze sicure, una gestione efficiente del fenomeno migratorio e tutte le altre attività affidate alla Polizia di Stato, questa situazione rischia di diventare esplosiva.Nella provincia etnea, per tutta una serie di questioni – denunciate anche pubblicamente dal SIAP – lo sforzo richiesto agli operatori è stato particolarmente evidente. Oltre ai doppi turni necessari per contrastare la criminalità comune e organizzata, le esigenze straordinarie si sono estese ai servizi quotidiani, come la ricezione delle denunce. Il personale non si è mai sottratto ai propri doveri, ma questi sforzi diventano sempre più odiosi quando i poliziotti, nella gestione dell’ordine pubblico e nel contrasto alla criminalità, ogni giorno, non solo subiscono attacchi strumentali da parte di una certa politica, aggressioni da criminali e vilipendi da una parte – fortunatamente minoritaria – dell’opinione pubblica, ma devono anche fare i conti con un datore di lavoro che non li remunera adeguatamente per le prestazioni straordinarie richieste.In un contesto simile, risulta ancor più assurdo che, qualora un agente, a causa dei ritardi nei pagamenti, si trovasse in difficoltà nel rispettare i propri obblighi finanziari, il Dipartimento possa addirittura infliggergli una sanzione disciplinare, ritenendo tale condotta ‘disonorevole’. Eppure, pare che l’obbligo di onorare i debiti valga solo per i lavoratori, non per chi li lascia senza stipendio!”