…Governare non è facile / Se uno straniero che conosce poco l’Italia, e la Sicilia in particolare, dovesse dare credibilità alle chiacchiere da Bar dello Sport, magari mentre sorseggia un ottimo caffé o gusta una straordinaria granita, potrebbe pensare che i nostri concittadini siano tra i più abili del mondo in ogni ambito.
Per lo sprovveduto straniero, nelle discussioni da Bar dello Sport che gli dovesse capitare di ascoltare, sarebbero riscontrabili competenze sull’intero scibile umano: sport, medicina, scienza, alimentazione, economia e soprattutto politica, ambito nel quale si millantano competenze a dir poco sconfinate.
In realtà, com’è semplice constatare applicando un pizzico di rassegnato buonsenso, le cose stanno in maniera molto diversa, anche perché governare non è affatto facile come si potrebbe pensare e presuppone un livello notevole di competenze di base, oltre che una sconfinata esperienza.
Per usare un esempio traslato, per governare non basta sapere che, ai semafori, con il rosso ci si ferma e con il verde si passa, poiché è necessario capire cosa fare, di volta in volta, con il semaforo giallo se non si vuole arrivare tardi ad un importante appuntamento, se non si vuole arrotare qualche passante o se non ci si vuole scontrare con altre auto.
L’esempio, sin troppo banale ma molto chiaro, intende dimostrare che per governare non basta essere onesti e preparati, che dovrebbe essere il minimo, è necessario pure avere dalla propria parte una considerevole casistica risolta positivamente.
Questi aspetti, di solito, non vengono presi in considerazione, ma d’altra parte, siccome noi siamo bravi in tutto, come potremmo mai ammettere di non essere capaci di fare qualcosa di competenza di altri?
Certo, risulta più difficile riuscire a fare quello che ci spetta fare direttamente, perché in quel caso mettiamo in campo una serie di pretesti per dimostrare: che non ci compete, che le attrezzature di cui disponiamo non sono adeguate, che lo stipendio è poco, che il collega non è collaborativo, ecc.