Il panino con la mortadella / Ci sono momenti durante i quali parlare di argomenti importanti, seri, evoluti costituisce una violenza, nei confronti di chi li propone e di chi li ascolta o li legge.
Costituisce una violenza perché ci sono momenti durante i quali chiunque ha voglia di affrontare questioni più leggere e meno impegnative, anche se può accadere di parlare di cose di questioni simili in maniera differente dal solito.
Questo, per me, è uno di quei momenti e per avviare la conversazione, ho pensato di parlare del “panino con la mortadella”.
Personalmente credo che il “panino con la mortadella”. Preferibilmente una rosetta o una mafaldina, debba essere dichiarato patrimonio dell’umanità perché è buono, perché evoca momenti di piaceri del palato, perché è economico, perché è profumato, perché è intersociale, e per mille altri motivi.
A me il “panino con la mortadella” ricorda l’infanzia, quando non avevo il colesterolo alto; l’adolescenza, quando rappresentava la mia colazione durante la ricreazione a scuola; la giovinezza, quando costituiva la sostituzione di un pasto completo, mentre saltavo da un lavoro all’altro e non avevo il tempo per sedermi a tavola a consumare il pranzo o la cena.
Il “panino con la mortadella” è un modo di pensare, è un modo di vivere in maniera trasversale, che va bene ai ricchi ed ai poveri, ai settentrionali o ai meridionali, agli operai edili o ai docenti universitari.
Pensate: il “panino con la mortadella” va bene a quelli di destra, a quelli di centro ed a quelli di sinistra, che per un momento dimenticano di essere vegetariani e si tuffano in ciò che resta di un dolcissimo maialino, che si sacrifica per mettere tutti d’accordo.
Su quest’ultimo argomento si potrebbe aprire un’altra discussione, tutt’altro che scontata e banale, che potrebbe toccare questioni scientifiche, questioni economiche e persino questioni etiche.
Giuro, non lo faccio! Oggi mi piace solo ricordare la squisitezza del “panino con la mortadella” e spero che, almeno su questo, si possano esprimere opinioni in libertà, senza che questo significhi stare necessariamente da una parte o dall’altra.
Ovviamente, per restare nell’ambito dell’ipocrita linguaggio politicamente corretto e per garantire la par conditio, la prossima volta parlerò del “panino con la Nutella”, che meriterebbe anch’esso di essere protetto dall’Unesco.