CONCERTI DA 8000 INGRESSI AL MONUMENTO VIVENTE GIARDINO BELLINI CHE CONTINUA AD ESSEREVIOLATO,TRASFIGURATO IN STADIO E DI FATTO PRIVATIZZATO E DI CONSEGUENZA I CATANESIE TURISTI SONO SFRATTATI, IL TUTTO A DANNO DELLA CITTÀ, DELLA SUA STORIA E DEL RICONOSCIMENTO UNESCO!
Il monumento vivente Giardino Bellini grazie alla sua illegittima “privatizzazione”a danno dell’intera città è stato e continua aessere violato e dunque trasfigurato nella sua identità “grazie” alla sordità di coloro che invece per obbligo di legge lo dovrebberodifendere da ogni rischio di depauperamento e “svendita” anche poiché il decreto regionale 1066 del 2015 lo ha dichiaratod’interesse culturale e paesaggistico ai sensi dell’art. 10 comma 1 e comma 4 lettera f del D.lgs.n. 42 del 22.01.2004e il diritto dei cittadini catanesi e dei turisti di poter accedere all’interno dell’area verde anche e soprattutto nei lunghi e caldi pomeriggi estivi invece sarà ridotto per la chiusura al pubblico non pagante (per accedere si dovrebbe pagare un biglietto di circa 50 euro) per oltre venti giorni tra luglio e agosto.
A ben poco è servito l’accorato appello a Comune e Soprintendenza della scrivente associazione ecologista e di altre associazioni per mettere fine alla trasformazione di un giardino storico monumentale in uno “stadio” da cinquemila posti con tanto di tribune installate, a nostro avviso illegalmente, nell’antico piazzale delle Carrozzeperdecine di concerti di massa (concerti che sarebbero stati rifiutati dal Comune di Taormina e di Siracusa a difesa dei loro Teatri Greci e che a Messina si svolgono allo stadio e a Palermo al teatro Di Verdura),che invece avrebbero dovuto avere svolgimento all’interno dello stadio Massimino da oltre ventimila posti così come accade nelle città che amano loro giardini storici protetti dalla normativa vigente. L’utilizzo dello stadio comunale tra l’altroavrebbe evitato non solo lo scempio trasfigurante della “Villa”, come chiamata affettuosamente dalla sua nascita dai catanesi,ma il caos automobilistico e non solo che prima, durante edopo tali concerti si è creato nel centro storico della città con tutte le conseguenze per la sua vivibilità e sicurezza da parte d’inconsapevoli catanesi e turisti che avrebbero voluto visitare uno dei più bei giardini europei fino a qualche decenni fa poi trasfigurato da iniziative incompatibili e devastanti.
Gli Enti pubblici catanesi prepositi alla prevenzione della tuteladei Giardini storici hanno forse dimenticatocosa dice il Codice dei beni culturali e del paesaggio all’art. 20: “I beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti a usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione.”. Per questi sarebbero semplicemente parole vuote senza alcun significatoe dunque inapplicabili nel conteso cittadino.
Lo stesso Codice tra l’altro impegna, senza possibilità di sfuggire alle proprie dirette responsabilità, all’art. 30 – Obblighi conservativi – “Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali e ogni altro ente e istituto pubblico hanno l’obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza”.
Ci chiediamo e chiediamo a tali Autorità comunali perché è stata autorizzata dal Comune la trasformazione del Giardino Bellini in un vero e proprio stadio da 5000, ma sarebbero stati emessi anche 8000 ingressi sconfessando quanto previsto dall’ordinanza sindacale, quando ciò sarebbe vietato tassativamentedalla normativa vigente nazionale e regionale e tutto ciò contro gli interessi della città e dunque di ogni singolo cittadino di ogni età, ma a elevato beneficio economico di privati,sottraendogli un bene che amano e che vogliono godersi anche nei pomeriggi estivi perstare tranquilli con i propri figli e genitori o da soli e fuori dal traffico e poter respirare aria non inquinata poiché Catania è considerata tra quellecon più elevato tasso di smog oltre alla penuria di aree verdi anche sotto questo profilo grazie alla pessima gestione della cosa pubblica,si trova agli ultimi posti per verde pro-capite e tra le città, dove non è stata mai applicata la legge “un albero per ogni bambino nato o adottato”?
Free Green Sicilia si domanda: chi restituirà ai cittadini i tanti pomeriggi e le serate estive sprecati per non aver avuto la possibilità di godere liberamente, dopo un secolo e mezzo,della loro “Villa” come loro sacrosanto e irrinunciabile diritto? Per finire chiediamo: perché il Giardino Bellini è stato di fatto privatizzato a danno della città per una buona parte dei mesi estivi a beneficio di privati?
Il Portavoce di Free Green Sicilia Alfio Lisi