Caro Placido,
per molti anni ho resistito alla tua richiesta e mi sono rifiutato, con tutte le mie forze, di fare quello che Tu mi hai più volte sollecitato a fare.
Nella mia vita, però, ti ho quasi sempre detto di sì, dunque, alla fine, dopo una tua ennesima richiesta, ho ritenuto che fosse giusto assecondarti ed ho scritto questa che non è un’orazione funebre, ma la lettera ad un amico, ad un grande amico, ad un fratello, che non mi ha mai fatto mancare i suoi preziosi consigli.
Ebbene, caro Placido,
è proprio per questa ragione che Ti dico subito che non mi importa, e credo che non importi a nessuno dei presenti, dove tu sia, perché siamo sicuri che tu sei dove c’è la pace e dove è sempre primavera,
Non ci interessa perché tutti noi siamo certi che tu, in questo momento, sei dove sono le persone perbene, perché dove sei tu c’è equilibrio, buonsenso e giustizia.
Tu conoscevi la saggezza, l’equilibrio e l’umiltà che hai insegnato alla tua famiglia, a Italia, a Grazia, a Barbara, ai tuoi amatissimi nipoti ed a tuo genero.
Scherzando ci dicevi che sapevi “tutto più due cose”, ma forse era vero, perché tu hai sempre praticato ciò che hai predicato, facendo del bene senza mai vantartene, andando molto oltre il dovuto.
Tu, che sei stato un marito innamoratissimo, un padre amorevole ed esemplare ed un nonno meraviglioso, hai fatto da padre e nonno a tante persone che non ne avevano uno, ma che avrebbero avuto tanto bisogno di averlo. Tu per loro lo sei stato.
Potrei andare avanti per ore, ma tradirei il Tuo stile sobrio e diretto, dunque mi avvio alla conclusione.
Caro Placido,
non ci interessa se adesso tu sia in compagnia dei tuoi amici e fratelli, che ti hanno preceduto, o se ti trovi da solo a mangiare mozzarella e pomodoro, come nella storiella che ci raccontavi, quando parlavi delle stranezze del genere umano.
In questo momento, tutti noi che viviamo di dubbi, ma non di sospetti, come Tu ci hai insegnato, ci chiediamo perché e tu ci avresti dato un motivo, che da soli non riusciamo a trovare .
Tutti noi, che Ti abbiamo conosciuto, alcuni tanti anni addietro, altri solo pochi giorni fa, una certezza però l’abbiamo ed è il motivo per il quale, alla fine, mi sono convinto a scriverti questa lettera, cosa che non ho fatto neanche per mio padre, che ti prego di salutare da parte mia e di chi, come te, lo ha conosciuto. Anzi, salutaci tutte le persone care e di’ a loro che non sono state dimenticate e non lo saranno mai.
La nostra certezza è che, nonostante le apparenze, tu sei qui, e sarai qui, con ciascuno di noi, ogni volta che ne avremo bisogno, sempre: quando leggeremo il giornale, quando assisteremo ad uno spettacolo, quando pranzeremo con i nostri amici o con i nostri familiari e soprattutto quando dovremo affrontare qualche momento o qualche decisione difficile.
In quelle occasioni Tu ci sarai e saprai consigliarci per il meglio, come hai sempre fatto nel tempo.
Ciao Placido, ciao amico, ciao fratello, ciao maestro. Prima o poi ci rivedremo lì, dove il sole travolge le tenebre e non tramonta mai.
Tuttavia ci sentiremo sempre, con un nostro speciale telefono, quello che non ha fili e che si collega direttamente con il cuore. Ciao.