di Vito Pirrone
Il taglio dei parlamentari c’è ma non si vede.
La riduzione dei 230 deputati e 115 senatori avrebbe dovuto portare un risparmio di trecento milioni a legislatura. Ma in realtà nel bilancio della Camera e del Senato le previsioni di spesa sono rimaste invariate (v. “Pagella Politica”).
I fondi per i gruppi Parlamentari, sia pure ridotti, restano di 30,9 milioni di euro per la Camera e di 22,1milioni per il Senato.
Arriva, infatti, la conferma che i bilanci di Camera e Senato sono rimasti invariati rispetto al passato, nonostante che il numero dei deputati e dei senatori sia passato da 945 a 600.
I promotori della riduzione dei parlamentari avevano evidenziato che con un parlamento ridotto ci sarebbe stato uno snellimento delle procedure legislative e un notevole risparmio di spesa. All’epocadell’approvazione della riforma, le stime erano oltremodo ottimiste (si parlava anche di circa 500 milioni di euro a legislatura, ovvero 100 milioni annui); oggi constatiamo, invece, che, nonostante la riduzione dei membri delle Camere, le spese non si ridurranno, come dimostrano i bilanci pubblici della Camera e del Senato..
Il progetto di bilancio per il triennio 2022 – 2024 già approvato, indica una dotazione complessiva di importo per spese uguale a quella stanziata per gli anni precedenti, con un numero di parlamentari inferiori.
Risulta che anche le entrate per i gruppi parlamentari rimarranno uguali, sia alla Camera che al Senato.
Meno parlamentari, stessi costi !
Di fatto, comunque, sembra, che allo stato, la riduzione del numero dei parlamentari non si è tradotto nel paventato risparmio dei costi della politica.
Della riforma costituzionale e dei suoi effetti c’è chiparla di “Pinocchio andante”.