In occasione del cenone della viglia di Natale e del pranzo ho avuto modo di incontrare alcuni insegnanti: nel parentado e tra gli amici ce ne sono tanti. Il loro è stato quasi un coro: la scuola non funziona, la scuola non bada più all’istruzione degli studenti, né alla loro preparazione nelle varie materie. Nessuno, poi, si occupa davvero di ciò che avviene nelle famiglie dei vari allievi, eppure tutti convenivano nel ritenere indispensabile il rapporto tra insegnanti e genitori. Credo che l’organizzazione didattica del nostro Paese, fatta salva la buona volontà e la preparazione individuale dei singoli insegnanti, sia davvero tutta da rifare. Credo che si debba partire proprio dal rapporto tra scuola e famiglia, per proseguire con il costante e “vero” aggiornamento permanente dei docenti, fino ad arrivare alla corretta dotazione delle strutture e delle attrezzature necessaria all’insegnamento, oltre che agli obiettivi dell’azione formativa, che non può assolutamente essere la promozione fine a se stessa, quella che mette d’accordo i genitori che non si interessano dei figli, gli insegnanti che si occupano solo di beccare i “ponti” giusti tra una vacanza e l’altra e gli allievi che non hanno voglia di studiare, bensì la reale preparazione di ciascuno. Il dovere della scuola non è promuovere o bocciare i ragazzi, ma educarli e formarli colmando le loro differenti lacune iniziali. Per raggiungere questo obiettivo serve cambiare l’attuale devastante triplice legame, di cui si è detto prima, e sostituirlo con una nuova alleanza tra famiglie attente e collaborative, insegnanti che aiutino quelli che restano indietro, appassionandoli al sapere, e studenti che devono essere incentivati a studiare. Ci riusciremo? Me lo auguro tanto.