Catania è la città dell’Etna, è la città in cui ha sede l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è la provincia nella quale opera l’Ente Parco dell’Etna, eppure, fatta eccezione per un piccolo museo sito a Nicolosi e per poco altro nessuno ha mai pensato che il Vulcano più alto d’Europa, oltre ad essere protagonista di spettacolari e talvolta dolorose eruzioni, oltre ad essere sabbia vulcanica che blocca l’aeroporto e crea notevoli disagi ai cittadini ed alle istituzioni, oltre ad essere sede di numerose cave di basalto lavico, oltre ad essere set cinematografico, oltre ad essere sito botanico, agricolo e naturalistico di straordinaria importanza, potrebbe anche essere altro. Per esempio, anche utilizzando uno dei tanti contenitori urbani come l’ex sede della CISL o l’ex Ospedale Vittorio Emanuele, o l’Ex Manifattura Tabacchi, o qualcuno dei capannoni di Viale Africa, tutti siti a rischio di impune occupazione abusiva, potrebbe diventare sede di un grande museo dell’Etna. Si potrebbe trattare di un luogo di arte, di cultura, di scienza, di tecnologia e di gioco intelligente, sulla falsa riga del British Museum o del Planetario di Londra, del MusMe di Padova o di altri luoghi simili, che costituirebbero un eccellente volano anche per le visite al Vulcano. In fondo non ci vorrebbe tanto, i luoghi utilizzabili ci sono, l’investimento non sarebbe particolarmente oneroso e molti privati potrebbero essere interessati a realizzare l’iniziativa, magari creando qualche decina di posti di lavoro.