La storia di suor Domenica e di padre Sabatino, che ho già pubblicato, ha avuto successo. Sui social se n’è parlato fino á martedì.
In molti hanno trascurato la figura di Venerdì, che era davvero un bell’uomo, anzi, come amava dire lui, una bella persona, anche se quella desinenza in “a” lo metteva in grosso imbarazzo.
Lui teneva molto alla sua desinenza in “i” e non aveva voglia di cambiarla con nessun’altra desinenza.
Lui divideva la settimana in due parti: quella con i giorni utili che finiscono tutti per “i” e gli altri che finiscono in “o” o in “a”.
Quelli con la desinenza in “i” non offendono nessuno, sono neutri e pure neutrali, quelli con la desinenza in “o” sono dichiaratamente maschili e quelli con la desinenza in “a” sono dichiaratamente femminili.
Se non ci credete provate a chiedere cosa fa un maschio il sabato. E provate a chiedere ad una femmina cosa fa la domenica.
Avrete sempre la stessa risposta: lui si diverte e lei si dispera. Difficilmente accade il contrario.
Negli altri giorni della settimana lui gioca a poker con gli amici, gioca a calcetto con i colleghi, va a raccogliere funghi, frequenta un corso d’inglese e si aggiorna con i seminari on line organizzati da un suo conoscente.
Lei, invece, si limita ad andare dal parrucchiere, a farsi una partita a burraco con le amiche ed a frequentare un suo vecchio compagno di scuola, “che poverino è rimasto solo perché quell’arpia della moglie lo ha lasciato”.
In verità lei non dice arpia ma “zoccola”, nonostante non sappia che la moglie del suo amico è la stessa che organizza il poker, il calcetto, la raccolta di funghi, il corso d’inglese e i seminari di aggiornamento che frequenta il marito da lunedì a venerdì.
Immagino che vi stiate chiedendo che fine abbia fatto il povero Venerdì. Anche se non ve lo state chiedendo ve lo dico lo stesso: se ne sta seduto sulla spiaggia a guardare l’oceano, insieme a Robinson Crusoe, e spera che nessuna nave li vada a salvare, ogni tanto si scambiano qualche carezza.