La ripresa dell’attività economica di cui abbiamo già parlato e che si desume dai dati elaborati dal centro studi della Banca d’Italia, si è riflessa in un miglioramento dei livelli occupazionali. 

Nel settore privato non agricolo, nei primi otto mesi dell’anno, è stato attivato, al netto delle cessazioni, un numero di posti di lavoro alle dipendenze superiore anche a quello realizzato nello stesso periodo del 2019, in particolare nei settori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria (turismo e servizi ricreativi) e in posizioni con contratti a termine. 

La creazione di posti di lavoro ha coinvolto anche i giovani e le donne. Il ricorso da parte delle imprese alle misure di integrazione salariale si è ridotto, rispetto a quanto osservato nella fase acuta della pandemia, ma rimane ancora elevato.

Dopo la decelerazione osservata nel 2020, a giugno dell’anno in corso, il credito alle famiglie consumatrici è tornato a espandersi a tassi analoghi a quelli pre-pandemia; la dinamica ha rispecchiato sia la ripresa del credito al consumo sia la forte accelerazione dei mutui per l’acquisto delle abitazioni, trainati dalla crescita sostenuta delle compravendite immobiliari.

L’incidenza dei prestiti deteriorati nei bilanci bancari ha continuato a ridursi e, dopo l’aumento registrato lo scorso anno, è diminuita la quota di finanziamenti che, pur essendo in bonis, hanno manifestato un incremento del rischio di credito. 

A questo punto c’è solo da augurarsi che la crescita non venga fermata dagli annunciati provvedimenti fiscali e soprattutto che possa crescere con l’avvio di una forte campagna infrastrutturale, capace di colmare le profonde lacune presenti nell’Isola, soprattutto nel settore dei trasporti ferroviari, della rete stradale, autostradale, idrica e fognaria e nel settore dell’edilizia scolastica.