Alcuni mesi addietro, molto prima delle elezioni, scrivevo che: “una serie di questioni interne al centrodestra, ma anche al centrosinistra, mi fanno ritenere che, al di là della volontà dell’interessato e delle iniziative, buone o cattive, poste in essere dal suo governo, la presidenza Musumeci alla Regione Siciliana non ha avrà un bis, anche perché i concorrenti li ha in casa”. 

“Poiché, però, sono un inguaribile ottimista,” aggiungevo, “mi farebbe piacere se in questo suo ultimo anno alla guida di Palazzo d’Orleans si convincesse a fare qualcosa di storicamente rilevante, di realmente siciliano, di statutariamente dimenticato, di istituzionalmente coraggioso”. 

In quella occasione fui facile profeta, anche perché avevo ben chiari i metodi che di solito vengono utilizzati in simili circostanze.  

Tempo addietro, un illustre politico nazionale, che si trovò in una situazione simile, mi raccontò questa storiella. 

“Un giorno qualcuno chiese ad un “pollo” se avesse preferito essere cucinato a fuoco lento o alla brace. Mi rispose in maniera chiara. “Una volta che mi hanno tirato il collo mi importa poco che finirò sul girarrosto o altrove. Nell’attesa, però, approfitto del fatto che sono ancora vivo e mi diverto a beccare (lui usò il termine picconare) tutti coloro i quali stanno contribuendo a “farmi la festa”, per questo ho promesso al leone che, se me li toglie di torno, poi sarà libero di mangiarmi come meglio crede”.

“Infatti,” proseguì l’anziano politico, “dato che è ormai deciso il mio destino, preferisco finire per mano (zampa) del re della foresta, piuttosto che rosicchiato da topi e sciacalli.” 

In Italia la monarchia, fortunatamente, non c’è da un pezzo e la sovranità appartiene al popolo, che la esercita secondo la legge. 

La legge attribuisce al Presidente della Regione di scegliersi la squadra, di farlo individuando i migliori e ricordando a tutti, polli, leoni, topi o sciacalli che siano, che il Parlamento Regionale va a casa se si dimette il Presidente della Regione, non altri! 

Lo statuto, però bisogna saperlo leggere e se non lo si sa leggere bisogna avere al fianco almeno qualcuno che sappia farlo, altrimenti finisce esattamente com’è finita e si alimentano posizioni tanto estreme quanto logicamente irricevibili.