Il commento e l’augurio di Alfio Spadaro nei miei post di qualche tempo addietro, con i quali mi dolevo del trionfo degli estremismi e dello silenzio dei moderati, mi dà coraggio e speranza. Giorni fa, mentre li rileggevo mi è venuta alla mente la distruzione della civiltà egizia. Pensate, un popolo che riusciva a costruire le piramidi, ad imbalsamare i morti, a cesellare gioielli straordinari, a compiere interventi chirurgici al cervello, che scriveva e leggeva gli astri è stato distrutto dalla violenza di altri popoli. E mi è venuta alla mente pure la fine dell’impero romano, travolto dalla pigrizia della sua classe dirigente di allora, dai tradimenti di palazzo, dalle manie di grandezza, dalla rilassatezza dei costumi, ai quali era incapace di reagire. Nel periodo che stiamo attraversando vedo i sintomi della fine sia della civiltà egizia, sia di quella romana e mi preoccupo tantissimo, anche perché non so quanti, oggi, abbiano gli strumenti per comprendere le dinamiche sociali alle quali, con le ovvie differenze di epoca e di strumenti, intendo riferirmi. Un popolo al quale non si insegna adeguatamente la storia ed al quale non si spiegano le più elementari regole di convivenza, un popolo che pensa di sapere tutto, ma in realtà sa molto poco, perché nessuno si preoccupa di spiegargli nulla di serio, un popolo che è bombardato da “programmi spazzatura” e da giochini elettronici, che inducono i ragazzini al suicidio, senza che nessuno li oscuri, rischia di diventare il più forte alleato dei propri nemici. Credo che quanti hanno consapevolezza di una tale situazione non possano restare con le mani in mano, credo che debbano fare qualcosa, perché il disastro morale, economico e civile sta per bussare anche alle porte delle loro e delle nostre famiglie. Nei prossimi giorni proverò a fare qualcosa di più concreto che non un semplice ragionamento e spero di riuscire ad essere sufficientemente convincente.