Venerdì 25 e sabato 26 Hotel Villa Itria Viagrande
Demenza e prevenzione. Due termini che, fino a poco tempo fa, difficilmente sarebbero stati accostati. E invece, nonostante si tratti di un argomento ancora poco dibattuto e conosciuto, la prevenzione delle demenze è qualcosa di concreto e possibile da attuare osservando stili di vita conformi e delle semplicissime indicazioni sanitarie. Un modus che permetterebbe di ridurre i casi e, comunque, di spostare nel tempo il palesarsi della patologia.
La prevenzione delle demenze sarà l’argomento principale del congresso regionale dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, dal titolo “Demenza e disturbi cognitivi: il valore della prevezione” che si terrà venerdì 25 e sabato 26 novembre all’Hotel Villa Itria di Viagrande. Un congresso, presieduto dal dott. Mario Santagati e organizzato con la collaborazione del dott. Dario Cannavò, che si snoderà proprio intorno al macro tema della prevenzione, suddiviso in primaria, secondaria e terziaria.
I fattori di rischio che, potenzialmente, sono non modificabile rappresentano circa il 65% nell’insorgere della patologia. L’obiettivo è di poter agire, prima della comparsa dei sintomi, sul rimanente 35% della quota di rischio attraverso la prevenzione cosiddetta primaria. In questo senso un corretto stile di vita è passaggio imprescindibile. Un inquadramento diagnostico accurato e tempestivo, un immediato intervento terapeutico (non solo farmacologico) e follow-up regolari, invece, rientrano in quella che è definita prevenzione secondaria che ha l’obiettivo di rallentare il decorso della malattia.
Ultima macro area del congresso, infine, sarà la prevenzione terziaria che agisce durante la gestione della patologia per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da demenza. Una prevenzione, questa, che nei casi di Alzheimer e nelle altre forme di demenza, si rivolge anche alle famiglie dei pazienti.
La prevenzione delle demenze è argomento che avrebbe bisogno di essere maggiormente divulgato, proprio perché seguendo un corretto stile di vita tra i 40 e i 64 anni, si riesce ad agire sul 35% di cui parlavamo in precedenza.
L’indirizzo è quello di ridurre il rischio di insorgenza di diabete, obesità, sindrome metabolica, ipertensione, ipercolesterolemia, malattie cerebrovascolari, depressione, traumi cranici, apnee del sonno, tabagismo, abuso alcolico, coronaropatie, vita sedentaria ed ipoacusia, oltre che tendere ad elevare il livello educazionale e scolastico della popolazione in generale.