Mi piacerebbe tanto che nei vari campi di gioco si trasmettessero messaggi di civiltà, di impegno sociale, di crescita e non solo di aggressiva violenza scambiata per sportività.
Purtroppo, però, continuo ad assistere a spettacoli indecorosi che inneggiano al razzismo, all’omofobia, all’invidia sociale, all’esaltazione dell’ignoranza e dell’appiattimento culturale intesi come valori.
Personalmente sono cresciuto e mi sono formato culturalmente in un ambiente sportivo sano, in cui dei maestri straordinari, che non smetterò mai di ringraziare, mi hanno insegnato il rispetto dell’avversario, il rispetto degli altri in genere, in cui ho imparato che i risultati, nello sport come nella vita, si conseguono sacrificandosi, studiando, allenandosi, imparando a resistere con umiltà al dolore ed alla sofferenza.
Credo che sostenere lo sport sia un dovere dello Stato, della scuola, della società, ma credo che debba essere anche un dovere per ciascun cittadino e non solo quando i nostri azzurri vincono qualche medaglia, ma sempre, tutti i giorni.
Il vecchio brocardo latino “mens sana in corpore sano” fortunatamente non è ancora passato di moda, lo richiamano persino i più noti influencer, e non può riguardare soltanto i campioni, ma tutti.
È per questo motivo che ogni volta che assisto all’apertura o alla riapertura di un impianto sportivo, com’è accaduto a Catania di recente, il mio cuore si riempie di gioia. Grazie a chi si è impegnato affinché ciò avvenisse, c’è ancora tanto da fare, che non ci si fermi.