Se Draghi non fa quello che diciamo noi ci dimettiamo. Anzi no. Se la Cartabia non cambia la riforma della giustizia ci dimettiamo. Anzi no.
Se Speranza introduce nuove limitazioni ci dimettiamo. Anzi no. Se il governo non ammette che la terra è piatta ci dimettiamo. Anzi no.
Dopo il secondo mandato non ci ricandidiamo. Anzi no. Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno. Anzi no.
Aboliremo le auto blu e gli aerei di Stato. Anzi no. Senti Giuseppi, nuje tenimmo famiglia, non è meglio che parliamo di meno ed impariamo a dire sì subito? Firmato Giggino ‘a gazzosa.
La politica si può fare anche con leggerezza ed ironia. Le battute fulminanti di Andreotti erano davvero spiritose ma mai banali, mai offensive.
Tuttavia, quando si affrontano questioni delicate ed importanti per la vita del Paese, anzi, per la vita di ciascuno di noi ed in particolare dei più deboli, è necessario fare attenzione, è necessario prepararsi, è necessario guardare il contesto nel quale si opera, altrimenti si rischia di commettere errori ai quali non sarà facile rimediare.
È per questo che non ho mai creduto al voto di protesta, credo molto, invece, al voto di proposta, vale a dire ad un voto ragionato, ponderato, attraverso il quale sostenere o non sostenere le proposte che vengono formulate.
I voti di protesta, normalmente, non portano a niente di costruttivo, anzi, talvolta, come abbiamo imparato a nostre spese, producono confusione e sprechi.
I voti di proposta tentano una via e se è stata tracciata bene raggiungono una destinazione che spesso è quella giusta.