Non avere un partito siciliano che risponda ai siciliani ed un governo regionale all’altezza della situazione vuol dire, ad esempio, dover accettare una legge nazionale che scompone e ricompone il sistema delle Camere di Commercio senza tenere conto delle caratteristiche e della configurazione geografica delle realtà produttive isolane.
Perdere tempo in “frizzi e lazzi”, impegnare la politica ad occuparsi di poltrone piuttosto che di concreti programmi e di precisi obiettivi di sviluppo, vuol dire fare il gioco di chi, come la Lega ed i suoi “traditi” esponenti locali, minano ogni possibilità di rinascita del nostro territorio, condannandoci alla disoccupazione ed al miserabile ascarismo.
Un partito territoriale e uomini che ne rappresentino le posizioni sotto il vigile controllo i dei cittadini, significa non correre il rischio che l’ebrezza delle poltrone romane possa distogliere i parlamentari eletti in Sicilia e nel Mezzogiorno in genere possano perdere la lucidità necessaria e fare il gioco dei soliti salotti della speculazione finanziaria romana.
Ricordo che ero relatore della “Legge finanziaria” ed in questa veste mi occupavo di negoziare gli emendamenti presentati dai vari esponenti politici, verificandone la compatibilità con il taglio voluto dal Governo e della Maggioranza.
Una mattina venne a trovarmi la simpaticissima e coriacea capogruppo della Sudtiroler Volkspartei per illustrarmi le sue proposte.
Mi resi conto che si trattava di questioni che avevano il preciso obiettivo di migliorare la qualità della vita nel Trentino Alto Adige, ma se non me ne fossi reso conto fu lei stessa a farmelo notare con una frase che pronunziò con il suo accento marcatamente tedesco. “Se torno a mani vuote e non faccio passare questi emendamenti per migliorare la viabilità”, mi disse con molta lealtà, “a Bolzano non mi ci fanno più mettere piede.”
Ecco, lei rispondeva al territorio, mentre altri con i quali ebbi a che fare in quel periodo, erano costretti a rispondere ai loro leader ed alle loro culture ideologiche.