In questi giorni ho ricevuto tantissime telefonate di amici che risiedono in ogni parte della Sicilia, i quali mi hanno manifestato la loro disponibilità a partecipare alla nascita di un movimento meridionalista. 

La cosa mi inorgoglisce e mi fa sperare che il Sud, finalmente, potrà costruire un programma e una classe dirigente che rispondano al territorio che li esprime. 

Non chiedetevi cosa fare, è ovvio: bisogna invitare i cittadini a prendere coscienza della necessità di impegnarsi in prima persona per un Sud moderno e diverso. 

Ognuno faccia come può, niente lamenti, solo azione. È solo l’azione personale di ciascuno che può determinare una sensibilizzazione generale, circa la possibilità di costruire un soggetto politico che sia in grado di saper interpretare le aspettative del Mezzogiorno e della Sicilia e sappia esprimere una classe dirigente capaci di rappresentarle nelle sedi istituzionali.

Certo non è facile, la gente non ha più l’abitudine di scendere in campo in prima persona, schierandosi al fianco di un partito che rompa gli schemi tradizionali affermatisi dopo la cosiddetta Prima Repubblica. 

Ormai si cerca un leader ma non si vuole la responsabilità di costruirlo come sintesi di un processo democratico che viene da basso. 

Insomma si preferisce tifare più che giocare e questo, per costruire una Sicilia diversa non basta: ci vuole chi scenda in campo e segni i gol.