La Lega sta cercando di fare il suo mestiere, dunque sta tentando di abbindolare qualche siciliano dall’anima semplice, sostenendo di essere pronta a collaborare generosamente con i gruppi che, da qualche tempo, si battono per la piena affermazione dell’autonomia e per il ponte.
Niente di meno attendibile. Fino a quando la Lega, come qualsiasi altro partito nazionale, prenderà i voti al Sud e le decisioni al Nord, una simile garanzia non potrà mai avere i crismi della affidabilità.
L’idea, però, appare affascinante, tanto affascinante da colpire quanti credono davvero alle buone intenzioni di quel partito che cambia nome ma resta del Nord.
La Sicilia non ha bisogno né di promesse, né di minacce, ma di infrastrutture e di lavoro, cioè di quelle cose che la Lega deve portare in Padania per mantenere gli impegni con chi ne muove le fila.
La Sicilia ed il Mezzogiorno hanno bisogno di un partito territoriale e post ideologico che ne sappia interpretare le esigenze e le aspettative, che sappia formare una classe dirigente onesta, appassionata e competente.
Solo dopo potrà decidere con chi allearsi ed a chi credere, ma non sulla base di fideistiche adesioni o in cambio di qualche poltrona in Parlamento, ma in funzione di programmi certi, certificati e verificabili.
I siciliani ed i meridionali sono dei chiacchieroni ma non amano le chiacchiere, né le promessa da marinaio, soprattutto se, come in certi casi, esse vengono formulate in periodi elettorali.
Una giunta più adeguata per una Sicilia più forte
La qualità della giunta regionale in carica, purtroppo per noi tutti, non è mai stata particolarmente elevata.
D’altra parte il presidente non ha mai voluto prendere in considerazione la possibilità di scegliersi collaboratori di buon livello, in grado di imprimere una svolta coraggiosa e qualificata al suo governo.
Né ha voluto raccogliere l’invito che, alcuni mesi addietro, gli ha rivolto Unità Siciliana-Le Api, con un appello pubblicato a pagamento sui più importanti quotidiani locali.
Un Presidente della Regione deve sapere che risponde al popolo che lo elegge direttamente, non alle camarille di palazzo, che lo allontanano dai problemi reali e dalle loro possibili soluzioni. Ad ogni modo, sono affari suoi, anche se da qualche tempo sembra essersene reso conto: forse è un po’ tardi!
Con gli ultimi fatti e cambi di assessori e di partito per parte dei parlamentari, la qualità è scesa ulteriormente ed i rischi sono moltissimi, soprattutto in un momento delicato come quello attuale, che presenta tanti problemi,
La nostra regione ha bisogno di attenzione ma soprattutto di qualità, perché nessuno è più disponibile a tollerare errori, come tanti se ne sono fatti in passato.
La Sicilia non può sperare in interventi al buio, da parte dell’esecutivo nazionale, deve battersi per imporglieli.
Per ottenerli, però, non può più sbagliare e deve fare la sua parte fino in fondo, con i mezzi, pochi o molti che siano, di cui dispone.