Sto leggendo per la seconda volta il libro di Sallusti e Palamara che spiega nei minimi dettagli, con nomi, cognomi, luoghi e date il “sistema” che ha controllato e controlla ancora una parte della magistratura italiana, mettendola nelle mani non della legge e della giustizia, ma di biechi interessi politici e personali. 

In ogni pagina scopro nuove sfumature che mi erano sfuggite nella prima lettura e mi convinco sempre di più che modello giudiziario italiano merita una revisione.

Anzi, mi convinco sempre di più che merita una revisione profonda, possibilmente insieme ad alcune altre parti della Costituzione.

In tal senso ho sempre auspicato, e quando sedevo in Senato ci ero quasi riuscito, l’elezione di una nuova Assemblea Costituente di non oltre cento membri, con un mandato a termine e con una severa griglia di incompatibilità ed ineleggibilità prima e dopo, a cui affidare l’elaborazione di una “Carta” più moderna di quella attuale, sempre valida, ma che risulta in parte arrugginita.  

Ad ogni modo, dopo il libro di Palamara e Sallusti, nessuno venga a rivendicare il concetto di primato morale della sinistra, della magistratura o di altre gruppi anche di destra perché qui, di primato c’è solo quello italiano di Jacobs nei100 metri piani. 

In tal senso, come dicevo, giusto per non continuare a mettere pezze su un vestito bucherellato, è necessaria una nuova fase costituente che cancelli i tentativi di golpe e gli errori del passato e ristabilisca la legalità a tutti i livelli.