Sono mesi che, ogni mattina, dico la mia su argomenti di attualità e provo a spiegare l’esigenza che il Sud e la Sicilia assumano un ruolo da protagonisti nelle politiche di sviluppo del paese e dell’intera area euromediterranea. 

Lo faccio con la passione e la costanza che hanno caratterizzato la mia vita personale, professionale e politica, come chi mi conosce sa bene. 

Da soli, però, tutto diventa difficile. Se i professionisti, gli imprenditori, i lavoratori, gli agricoltori, le donne, gli anziani, gli studenti, ecc., che spesso approvano i miei post, non fanno la loro parte tutto è inutile.

I partiti di un tempo erano organismi importanti che svolgevano il compito di organizzare il pensiero politico, di trasformarlo in azione istituzionale, di formare una classe dirigente interprete delle esigenze dei cittadini, ecc. 

Dopo la distruzione endogena ed esogena di quei partiti, che negli ultimi tempi si erano trasformati in ciniche società per azioni, e l’avvento dei partiti del leader, nessuno si è più occupato di costruire e strutturare la politica ed i politici. 

Quindi non stupiamoci se la vecchia pratica del trasformismo ha preso il sopravvento e stravolto il sistema: presto accadrà di peggio. 

Accadrà di peggio soprattutto perché è scarsa la partecipazione popolare ai processi decisionali, che sempre di più assumono la configurazione di imposizioni dall’alto, ovvero di disposizioni  miranti esclusivamente a rispondere ad esigenze non dettate dalle legittime aspettative popolari, ma dagli indirizzi delle lobby di potere che orientano le oligarchie dei partiti di oggi.