Alcuni mesi addietro, il prof. Pietro Busetta, famoso studioso di economia e di problemi del Mezzogiorno, sul Quotidiano del Sud, ha pubblicato un articolo illuminante dal quale si desumono una parte dei dati del disastro sanitario nazionale, con particolare riferimento alla situazione delle regioni del Sud.
Secondo il professor Busetta, in dieci anni, l’Italia ha perso 5.628 medici, 4.418 dei quali erano nel Mezzogiorno.
Il sistema sanitario nazionale ha perso anche 8.221 infermieri, 5.686 dei quali erano nel Meridione.
Queste cifre ci danno il quadro del disastro dovuto alla mancanza di un partito territoriale capace di rappresentare le istanze del Sud e della Sicilia.
Oltre che eleggere parlamentari che sappiano rispondere al territorio e sappiano ben rappresentarci, noi siciliani, noi meridionali dovremmo pretendere che le decisioni riguardanti questa importantissima e sventurata parte del Paese vengano prese con l’apporto determinante dei parlamentari e dei rappresentanti eletti al Sud.
Con l’attuale sistema elettorale e con l’attuale struttura dei partiti nazionali questo non accadrà mai, né se a governarci sarà il Centrodestra, né se sarà il Centrosinistra.
Il Mezzogiorno si salverà solo se riuscirà a far nascere e prosperare un partito territoriale, post ideologico, di ispirazione moderata, i cui rappresentanti possano rispondere ai territori in cui sono stati eletti, senza essere obbligati a piegarsi alle logiche partitocratiche che a loro volta sono succubi dei poteri forti e dei salotti della speculazione finanziaria, sempre pronti a trarre beneficio dalla debolezza o dalla distrazione di chi dovrebbe vigilare.