Leggo che alcuni “politici d’epoca”, mossi da nostalgica malinconia, stanno pensando di ricostituire la Democrazia Cristiana, che nel dopoguerra, fra alterne vicende, ebbe l’onore e l’onere di reggere le sorti di tutti i governi fino al 1994.
Credo, però, che ogni cosa, sia nella vita comune, sia in politica, abbia un proprio ciclo esistenziale ed un proprio contesto storico del tutto irripetibili. Anzi, credo che tentare di ripeterli possa essere davvero grottesco.
Per questo mi permetto di fare un paragone che non vuole essere offensivo nei confronti di nessuno, men che meno nei confronti di chi fece grande la DC del dopoguerra e degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso.
Sono profondamente convinto che rifare, OGGI, la DC sia come fare, OGGI, l’amore con Brigitte Bardot.
Intendo dire che, in politica come nella vita, ogni cosa va collocata nel tempo tenendo conto dei valori di cui è portatrice, degli uomini che sono chiamati ad interpretarli, delle condizioni sociali in cui ci si colloca e di tanti altri dettagli che non possono essere considerati secondari.
Ignorare questi elementi sarebbe come affrontare un viaggio a bordo di una Topolino quando ormai si circola sui Suv, ovvero continuare ad indossare un abito dei primi del ‘900 nell’epoca della moda casual.
Tutto questo non vuole assolutamente offendere né la memoria della vecchia DC, né coloro i quali vorrebbero farla rinascere, credo che però, se proprio qualcuno vuole rivivere l’ebrezza di ciò che è stato, la cosa migliore da fare sarebbe una seduta spiritica.