Di solito, purtroppo, parlare di immigrazione significa limitarsi ad affrontarne soltanto le questioni legate al numero di sbarchi clandestini che avvengono nel nostro Paese, magari per utilizzarne strumentalmente i risvolti sul piano dell’azione politica o per segnalarne le conseguenze di natura organizzativa o sociale.
In realtà, in genere, l’immigrazione che ci viene proposta dai media si riferisce ad uno degli aspetti del più generale fenomeno delle migrazioni, vale a dire del movimento di singoli o di gruppi che si spostano dal paese di nascita e/o di cittadinanza per raggiungerne un altro, in cui si insediano per periodi più o meno brevi, ovvero in maniera stabile.
È proprio per provare ad uscire dalla genericità delle affermazioni, e soprattutto dai luoghi comuni, che il Centro Studi Med Mez – Napoleone Colajanni, in collaborazione con la CGIL, il CIS, ProMueve RD e la città di Troina ha organizzato per venerdì 24 giugno, con inizio alle ore 18, presso il Cine Teatro Andrea Camilleri di Troina, un convegno sul tema: “I diritti degli immigrati”, nel corso del quale i vari relatori si confronteranno in maniera più analitica su un argomento molto più complesso di quanto non si possa superficialmente pensare.
Dopo i saluti del sindaco di Troina, Fabio Venezia e della Vice Presidente di Med Mez, Serafina Buarnè, interverranno: Abdelhafid Keith, Imam di Catania e Presidente delle Comunità islamiche della Sicilia; Martha Racelis Mella, Presidente Nazionale di ProMueveRD; Matteo Fano, Antropologo dell’Ecole Nationale Superieure d’Architecture di Marsiglia; Emiliano Abramo, responsabile della Comunità di Sant’Egidio della Sicilia; Alfio Mannino, Segretario Regionale della CGIL Sicilia.
Le conclusioni saranno tratte da Pietro Bartolo, Deputato Europeo, mentre il dibattito sarà regolato dal giornalista Salvo Fleres, direttore di Metropolis-più.
Una primo elemento analitico dal quale i relatori partiranno riguarderà la distinzione tra l’emigrazione, che pone l’attenzione verso il Paese di partenza e l’immigrazione, che guarda il fenomeno focalizzando l’attenzione sul paese di arrivo.
Quando si parla, a vario titolo, di immigrati, infatti, spesso si trascura il fatto che essi, oltre ad essere tali, sono anche degli emigrati dal loro paese, commettendo così l’errore di accomunare, sotto una medesima categoria, persone che provengono da luoghi, motivazioni, esperienze, culture e storie profondamente diverse tra loro.
Secondo l’antropologo francese Marcel Mauss, ad esempio, la migrazione costituisce un fatto sociale totale, in cui è coinvolta l’intera popolazione del globo, che si articola nell’interazione con l’universo economico, sociale, politico, culturale e religioso in cui vive l’uomo, oltre che con le sue rappresentazioni del mondo.
D’altra parte, lo stesso percorso migratorio ed il conseguente inserimento, più o meno transitorio, in una società diversa da quella in cui il migrante ha conosciuto la sua formazione e la sua socializzazione, lo costringono a rielaborare la rappresentazione della Terra e delle sue aree in termini di cambiamento, soprattutto alla luce di quelli che sono stati i motivi che lo hanno indotto a spostarsi.
Nel corso del convegno, oltre agli aspetti sociologici e antropologici, saranno prese in considerazione le ragioni e le dimensioni dei fenomeni migratori che interessano il nostro Paese e che, nel solo 2021, secondo i dati dell’UNHCR, hanno visto arrivare in Italia circa 67.700 cittadini extracomunitari, di cui il 19% è costituito da minori ed il 7% da donne.