Immaginate di trovarvi di fronte ad un presidente piuttosto inconcludente, che guida un piccolo partito territoriale il cui unico interesse è trovare spazio elettorale per i propri aderenti in un partito nazionale.
Immaginate che questo partito non sia capace di radicarsi tra i cittadini, né di produrre una classe dirigente all’altezza della situazione e che pertanto arranchi grazie al solito utilizzo del potere esercitato in forma acquisitiva.
Immaginate pure che, a causa delle esigenze di sopravvivenza dei suoi pochi e claudicanti colonnelli, il piccolo partito territoriale si consegni alla Lega o ad altri e tradisca il territorio nascondendosi dietro una serie di pretesti.
Avete immaginato bene? Avete chiaro lo scenario appena descritto? Se queste ipotesi fossero vere, cosa ne pensereste?
Potreste fidarvi di chi dovesse percorrere una simile via, che si collocherebbe nel medesimo solco del passato?
I siciliani non devono accontentarsi delle forme, che possono pure essere legittime e persino logiche, al contrario, devono comportarsi come i più esperti giocatori di poker e vedere.
È in quella fase del gioco che è possibile rendersi conto della qualità dell’interlocutore politico e delle sue reali intenzioni.
Un gioco al buio, come si è verificato dall’unità d’Italia in avanti e che è proseguito con maggiore intensità con la nascita della Repubblica, potrebbe continuare a produrre effetti del tutto inadeguati rispetto alle condizioni nelle quali ci troviamo.