Sono sempre stato convinto che, salvo casi di assoluta necessità, legati ad un manifesto insormontabile impedimento, il salario debba essere sempre la conseguenza di una prestazione diretta o differita e non una regalia che crea dipendenza e “fannullismo”, come purtroppo accade di frequente.
Nel caso in specie, se le somme destinate al “reddito di cittadinanza” fossero utilizzate dalla Pubblica Amministrazione per offrire un dignitoso “lavoro di cittadinanza”, i tombini delle nostre strade o le aiuole non si troverebbero nelle condizioni che vediamo lungo le vie delle diverse città e non si creerebbero mortali alluvioni com’è accaduto a Palermo.
Se poi non vogliamo occuparci dei tombini otturati dalla cenere vulcanica o dalle cicche di sigarette, né delle aiuole infestate da erbacce e da ogni tipo di sporcizia, ricordiamoci che ci sono tante persone anziane a cui si potrebbe fornire assistenza, gli si potrebbe fare la spesa, gli si potrebbero pagare le bollette delle utenze, si potrebbero aiutare a rassettare la loro abitazione.
Ma ci si potrebbe occupare anche delle persone che presentano una qualche disabilità e le si potrebbero accompagnarti a fare una passeggiata, così come si potrebbero accompagnare a scuola i bambini i cui genitori non possono.
Intendo dire che qualsiasi lavoro è dignitoso ed è meritevole di rispetto, così come è comprensibile qualsiasi impedimento, purché sia vero e non un pretesto per non fare nulla o per dedicarsi a qualche attività complementare da retribuire in nero.