L’Italia ha ottenuto l’autorizzazione ad indebitarsi, per oltre 200 miliardi, per far fronte all’emergenza legata al Coronavirus. 

Lo strumento tecnico, come tutti ormai sanno benissimo, si chiama recovery fund e serve a sbloccare la crisi economica, che altrimenti rischiava di travolgere inesorabilmente il Paese. 

È una buona notizia, ma ricordiamoci che è pur sempre un debito che si somma agli oltre 2.500 miliardi di euro di debiti già contratti in passato, pari al 136% del PIL (la Germania è al 76%). 

Utilizzare bene questa somma può voler dire rilanciare l’economia, le infrastrutture, il lavoro, i servizi e provare a rimettere in equilibrio i diversi territori, a cominciare dal Sud, che notoriamente presenta meno della metà delle infrastrutture delle parti forti del Paese. 

Utilizzare male l’opportunità offerta dal Recovery fund, come temo stia accadendo, può voler dire trovarci a dover restituire il dovuto senza riuscire a incassare le somme necessarie per poterlo fare. 

Il Mezzogiorno, a parità di risorse investite, proprio per le condizioni di arretratezza in cui si trova, garantisce un ritorno in termini di PIL molto più alto di qualsiasi altra parte d’Italia. 

Sbagliare questa importantissima mossa può compromettere definitivamente la partita e condannare le regioni del sud a vivere soltanto di elemosine.