È triste dover constatare come la Sicilia continui a venire considerata come una sorta di discarica del paese.
Scorrendo i notiziari ci accorgiamo che viene citata per gli sbarchi, senza che vengano presi provvedimenti adeguati, per i disastri, le alluvioni, le eruzioni, ecc.
Per la criminalità, fortunatamente, le citazioni sono minori di una volta, ma non certo per merito di uno Stato per anni troppo distratto.
La carenza di infrastrutture, a cui nessuno fa fronte, viene costantemente ignorata. Le direzioni di rete delle maggiori emittenti televisive, sia pubbliche, sia private, preferiscono fingere di dimenticare.
Eppure la Sicilia è ricca di storia, di arte, di siti Unesco, di patrimonio ambientale, di produzioni di qualità e di tanto altro che meriterebbe di essere conosciuto, valorizzato ed utilizzato a fini economici.
Certo, alla Sicilia manca una classe dirigente che risponda al territorio e non ai salotti romani, infatti solo in pochi, negli anni, si sono ricordati degli accordi tra la Rai e la Regione che, per esempio, potrebbero prevedere più spazio all’informazione locale, più spazio nelle fasce orarie di maggiore ascolto.
Ecco, una classe dirigente onesta, capace e coraggiosa si sarebbe mossa in tal senso, con autorevolezza e decisione, ma anche utilizzando gli strumenti finanziari della pubblicità, alla quale i media sono particolarmente sensibili.
Invece, da anni, ci troviamo di fronte a personaggi politici completamente piegati alle logiche dei palinsesti costruiti al nord per il Nord, o al massino nei salotti o nelle alcove del potere romano. La Sicilia ha bisogno di altro!