Se, lavorando meglio e di più, si potesse guadagnare di più, sarebbero in molti a tentare di farlo, perché guadagnando di più migliorerebbero la qualità della loro vita.
Se, lavorando meglio e di più, si potesse guadagnare di più, ma si dovesse pure pagare di più, avendo più responsabilità, ma percependo una somma netta minore di quella che si otterrebbe lavorando meno e con minori responsabilità, perché bisognerebbe lavorare di più?
Il tema dell’equità sembra semplice, ma non lo è, perché si coniuga sempre con il tema del suo costo e di chi possa o debba pagarlo.
È un po’ come accade con la giustizia che, per quanto mi riguarda, non deve mai essere considerata una sponda della politica, né deve comportarsi, in un modo o nell’altro, sulla base delle convinzioni ideologiche dei magistrati.
Questo assunto che può apparire banale ma che, alla luce dei fatti, banale non lo è per niente, vale sia quando l’uso è promosso dalla sinistra ex comunista, come è accaduto molto spesso, sia quando l’uso è promosso dalla destra ex missina.
La giustizia costituisce un argomento che bisogna avere la forza di affrontare accanto al tema dell’equità, della libertà, della responsabilità, della differenza dei ruoli che si occupano, altrimenti non è giustizia ed il Paese che non dovesse riuscire a comprenderlo ed a migliorarsi non sarebbe un paese civile.
Quando nelle nostre scuole troverà spazio l’insegnamento del buonsenso, forse, non sarà più necessario continuare a farvi appello.