di Eugenio  Bonanno

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza),che è il documento strategico predisposto dal Governo Nazionale per accedere ai fondi del programma Next Generation EU(NGEU) e cioè il Fondo per la ripresa approvato nel luglio 2020 dal Consiglio Europeo per sostenere gli Stati membri colpiti dalla pandemia Covid 19, si articola in 6 Missioni.

Della Missione 6 -Salute ci siamo già occupati (v.Art. “La Salute ai tempi del ….PNRR” su Metropolis più del 16 Marzo 2022),per cui adesso affronteremo alcuni aspetti della Missione 5 -Inclusione e Coesione,partendo dal documento  del 21/02/22, predisposto al riguardo dagli Uffici dell’Assessorato della Famiglia,delle Politiche Sociali e del Lavoro,in attuazione del Piano operativo predisposto a sua volta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

In questo Piano operativo vengono previste le modalità per la presentazione da parte degli ambiti sociali territoriali (in Sicilia i distretti socio-sanitari) di proposte di adesione alle progettualita’, riferite alla predetta Missione 5, e che prevedono investimenti finalizzati ad “intercettare e supportare situazioni di fragilità sociale ed economica,a sostenere le famiglie e la genitorialità, nonchè ad intervenire in favore delle persone con disabilità”.

A questo riguardo, considerato che:

1)I Distretti socio-sanitari sono emanazione della L.328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”,recepita in Sicilia con il DPRS dell’11 Novembre 2013,con il quale si individuano <<i Comuni e le ASP  quali attori principali nel sistema integrato territoriale dei servizi socio-sanitari>>.

2) In applicazione della Riforma Sanitaria Siciliana-L.5/2009 sono pure operativi i Distretti Sanitari, che prevedono l’istituzione dei Presidi Territoriali di Assistenza (P.T.A.) ,costituenti il punto di accesso alla rete territoriale ,anche attraverso il  Centro Unico di Prenotazione (C.U.P.),al fine di garantire in modo capillare l’erogazione di prestazioni in materia di:a)cure primarie(accoglienza,servizi sa nitari di base e specialistici);b)servizi socio-sanitari integrati;c)servizi a favore dei minori e delle famiglie con proble mi socio-sanitari e sociali;d)servizi di salute mentale (SERT).

3) Nel PNRR viene posta la “necessità di potenziare i servizi assistenziali territoriali “(Missione 5) per consentire l’effettiva applicazione dei LEA(Livelli Essenziali di Assistenza-Missione 6),riducendo le disuguaglianze e contestualmente costruendo un modello di erogazione dei servizi condiviso ed omogeneo sul territorio nazionale.

4)Il sistema sanitario basato sull’Ospedale ,come unico centro dove si affrontano tutti i problemi che hanno a che fare  con la salute ,si rivela inadeguato alle esigenze peculiari di un numero crescente di Anziani e ne scaturisce l’esigenza di costruire una rete di servizi di assistenza continuativa,fortemente integrata,in cui realizzare progetti di assistenza differenziati.

5) Quando ci si occupa della problematica degli anziani o dei disabili ,come si fa a stabilire qual‘è la linea di demarcazione fra il sociale ed il sanitario?Dove finisce l’uno e comincia l’altro?Come si può pensare di dividerli in due distinte categorie ,una sociale ed una sanitaria,prevedendo due Assessorati diversi (Salute e Lavoro) con diverse competenze e sancendo così ufficialmente una pericolosa dicotomia fra sociale e sanitario?Ma soprattutto accettando di fatto l’esistenza di due generi di tutele separate e destinate a non integrarsi mai?I dis-abili in senso ampio da una parte e gli abili dall’altra.

Si pone quindi l’esigenza indifferibile di procedere ed operare le scelte di politica sanitaria e sociale nel modo più integrato possibile ,facendo i conti ,hic et nunc, con il cronoprogramma e le scadenze imposti dalle Missioni 5 e 6 del PNRR,nelle more di chiarire gli assetti istituzionali ed organizzativi di nuovi Distretti che possibilmente  abbiano competenze e funzioni  unificate e chiare ,al posto delle attuali che si rivelano frammentate ,farraginose e ripetitive.

Perchè l’integrazione dei diversi interventi,ora sociali ora sanitari,nella realtà trova forti ostacoli soprattutto nelle differenze giuridiche,che alla fine funzionano come barriere che impediscono tanto l’integrazione quanto la cooperazione.

Che fare quindi, anche per evitare di perdere i finanziamenti previsti e ripetere esperienze come quelle relative agli Asili-Nido,dove per la mancata presentazione di progetti la Regione Sicilia è  fra le regioni detentrici di maglia nera?

Nell’immediato occorre:

– Costituire,da parte di entrambi gli Assessorati Regionali suddetti,una unica Cabina di Regia,che serva a monitorare, stimolare ed acquisire le manifestazioni di interesse dei distretti socio-sanitari relative alle diverse progettualità che si vorrebbero attuare sul territorio siciliano;

-A livello di ASP istituire delle apposite Task force aziendali o pluriaziendali,integrate dai Rappresentanti degli Enti Locali per promuovere le specifiche manifestazioni di interesse alla luce di quanto disposto dal Piano Operativo di cui al citato DDG 450/2021.

Nel breve e medio periodo(elezioni regionali permettendo) :

– Sopprimere, con la Riforma della Regione, l’Assessorato alla Salute e l’Assessorato alla Famiglia e  creare l’ Assessorato al Welfare,che riunisca le competenze di entrambi;

– Affiancare nelle ASP al Direttore Sanitario e al Direttore Amministrativo anche la figura del Direttore Socio-Sanitario ,che favorisca l’integrazione delle funzioni sanitarie,sociosanitarie e sociali.

Occasioni tutte quante necessarie ed urgenti per ripensare e redigere un nuovo modello di Welfare nella nostra Regione,

considerato che ,se sino a ieri la riorganizzazione del Welfare trovava il suo ostacolo maggiore nella carenza di risorse,oggi con l’opportunità offerta dal PNRR sarebbe sciagurato e fonte di iniquità non prevederla!