

Alcuni anni addietro, quando fu abolito il servizio di leva ed istituito il servizio civile, sperai che il governo di allora guardasse ad un modello rivolto non più a formare soldati, nel senso tradizionale del termine, bensì cittadini pronti ad intervenire nei settori critici: protezione civile, assistenza sanitaria, assistenza alla disabilità, recupero del disagio sociale e della devianza.
Ovviamente è stato fatto poco, forse quasi nulla, almeno rispetto a quello che si sarebbe potuto fare con pochissimo sforzo, dato che ci si è limitati a sostenere il volontariato, che è tanto, che è importantissimo, ma non è tutto.
In verità qualcosa è stata fatta anche in merito al servizio civile volontario, ma anche in questo am,Vito si sarebbe potuto fare molto di più, ad esempio nel campo della prevenzione incendi.
Spero che la lezione alla quale stiamo assistendo, che rende palpabili le esigenze reali del Paese, ci porti a modificare il modello di riferimento e non solo in questo importantissimo campo.
Credo che sia venuto il momento di ribaltare la prospettiva della ripresa anche in settori differenti ma non meno importanti.
Non penso, ad esempio, che sia utile continuare ad isolare, per molto tempo ancora, settori economici o territori, trascurandone lo sviluppo delle vie di comunicazione.
Al contrario credo che si debbano approntare dei protocolli di sicurezza e di qualità della vita applicabili armonicamente in tutti i territori sia sul piano infrastrutturale e dei servizi, sia sul piano della prevenzione pandemica con la quale, purtroppo, temo che dovremo imparare a convivere per tantissimi anni.