La fragilissima economia siciliana rischia di essere definitivamente travolta dagli effetti del coronavirus, nell’imbarazzante balbettio dei governi nazionale e regionale, che pensano soltanto a qualche ristoro ma non ad interventi o strutturali, dei quali non si occupa nessuno.
I parlamentari nostrani non parlano, i partiti litigano, la stampa polemizza e tutti gli interlocutori istituzionali sono stati improvvisamente colti da manifesta inettitudine e grave disabilità sensoriale ed intellettuale, dato che non capiscono, non sentono e non vedono ciò che accade ad agricoltori, piccoli imprenditori, artigiani, commercianti, operatori turistici, addetti al terziario ed a tutti i soggetti deboli, che soffrono nel silenzio delle istituzioni.
Molte emittenti nazionali, Rai inclusa, hanno condiviso il nostro auspicio di aumentare, lo spazio dedicato ai programmi di approfondimento culturale. Non è certamente un provvedimento risolutivo della riduzione delle lezioni frontali, ma contribuisce ad attenuarne gli effetti.
Ecco, la stessa cosa dovrebbe essere fatta per far conoscere ai cittadini come si trovano oggi il Sud e la Sicilia, sia per i loro aspetti positivi, sia per quelli negativi, ma anche per metterli al corrente delle infrastrutture di cui questa area del Paese ha bisogno per uscire dalla crisi nella quale si trova.
Non sarebbe male, a questo punto, però, se le scuole si attrezzassero immediatamente per le lezioni on line e se la Regione Siciliana approfittasse di un simile spazio potenziale per commissionare programmi riguardanti la storia, la letteratura, l’arte ed i personaggi della Sicilia di cui spesso ci si dimentica.