La Lega è entrata nella giunta regionale siciliana con l’avallo della maggioranza, della quale fanno parte ben due partiti che si sono presentati all’elettorato come sicilianisti.

In realtà, come abbiamo detto in più occasioni, quei partiti non sono mai stati sicilianisti, ma hanno usato lo spazio politico sicilianista per occuparlo con gruppi di potere frutto delle divisioni di partiti nazionali. 

“Unità Siciliana-Le Api”, che in queste settimane sta radicando il proprio consenso in tutti i comuni dell’Isola, non è l’effetto di spaccature salottiere, figlie di leader senza arte né parte, poiché è il frutto della coalizione di tanti sicilianisti che pensano alla Sicilia non in funzione di una poltrona nel governo nazionale, ma per risolvere i problemi dei siciliani. Per capire quanto sia importante questo concetto basti pensare a ciò che accade in materia finanziaria.

Alla faccia degli insulti rivoltici da qualche giornalista “alla carta” e da politici servi della finanza speculativa, infatti, i miliardi che ogni anno il nord sottrae al sud sono oltre 61. 

Sapete chi provoca il deficit della sanità nazionale? Tre regioni: Piemonte, Liguria e Toscana, che non mi lare si trovino al Sud. 

Sapete che il Veneto fa pagare allo stato, non ai veneti, lo stipendio di 16 mila dipendenti in più, non medici, di quanto non faccia la Campania? 

Sapete che circa 6.000 dipendenti su 13.000 della Regione Siciliana svolgono funzioni che altrove paga lo stato?

Per pensare ad un rilancio i della Regione, i siciliani devono dire basta a questo furto e devono organizzarsi per avere una rappresentanza politica capace, orgogliosa e degna di questo nome.