Il DJ che ha diretto per alcuni anni il Ministero della Giustizia, a suo tempo ha deciso di fare fallire centinaia di migliaia di piccole e medie imprese attraverso l’annullamento della responsabilità limitata, ma anche obbligando i vari imprenditori ad assumere una sorta di spia che non solo dovrà controllarne l’attività, con il pretesto di non farli fallire, ma dovrà pure essere pagato profumatamente, aggravando ulteriormente la già precaria situazione economica del settore.
Credo che sui provvedimenti adottati dai governi a guida pentastellata si debba aprire un profondo dibattito per comprenderne la reale motivazione, soprattutto per quelli che puzzano di interessi innominabili.
Per farlo bisogna aprire bene gli occhi, stappare bene le orecchie e stare a sentire le vittime di quei provvedimenti, offrendo a loro, soprattutto ai piccoli e medi imprenditori, una sponda per le loro iniziative di lotta contro chi ha tentato di distruggerli.
In particolare sarebbe opportuno aprire un confronto sereno sulla riduzione dei parlamentari, che indebolisce soprattutto la Sicilia e il Sud che, al momento, sono le uniche parti d’Italia che perdono popolazione e quindi seggi.
Chi ha votato si al referendum per il taglio della rappresentanza parlamentare ha confuso la partecipazione democratica voluta dai padri costituenti, che bisogna mantenere alta, con la capacità, la competenza e la correttezza, ridotte ai minimi termini dai falsi rinnovatori, che stanno distruggendo la vita e l’economia del nostro paese.
Per comprendere questo semplice assunto sarebbe stato sufficiente riflettere sul fatto che un parlamentare ogni 100.000 abitanti garantisce un livello di democrazia e partecipazione maggiore di uno ogni 150.000 abitanti.