La Corte dei Conti della Sicilia, in una sua relazione, bacchetta motivatamente il Governo e l’Assemblea Regionale Siciliana.
Secondo i magistrati contabili, le previsioni finanziarie contenute nel Defr (il Documento economico finanziario regionale) per il periodo 2020/2022 risultano ben lontane dal modello tracciato dal legislatore, mancando di elementi sostanziali per poter espletare pienamente le varie funzioni nel processo di programmazione e di bilancio.
Secondo i magistrati della Corte, inoltre, appare poco adeguata la sezione dedicata all’analisi della situazione finanziaria, che invece ne dovrebbe rappresentare il cardine sul quale formulare le conseguenti ipotesi.
Insomma, a giudizio della Corte dei Conti della Sicilia, il documento in questione non configura né fatti, né sogni!
Alla luce di questi giudizi, non certo da bar dello sport, non serve indignarsi, storcere il naso, accusarsi reciprocamente, fare inutili riferimenti al passato come spesso accade in simili situazioni, ma serve agire ed agire con competenza e consapevolezza. Vale a dire di testa e di cuore, non certo di stomaco.
Uno dei provvedimenti o che bisognerebbe adottare, ad esempio, è quello della “bollinatura” come accade nei rapporti tra Governo, Parlamento e Ragioneria Generale dello Stato. La bollinatura costituisce la certificazione che le coperture finanziarie fornite ai vari provvedimenti siano corrette e le previsioni non siano semplici ipotesi più o meno ottimistiche.
A Palermo ci si accontenta delle dichiarazioni rese, spesso dal primo che passa, in Commissione Bilancio e Finanze. È chiaro che così i conti non riescano a tornare mai, è chiaro che così il bilancio serva solo a tacitare qualcuno.