Di  Carlotta  Salerno

Dalla recente relazione  del Presidente della Corte di Appello di Catania, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, si apprende che i procedimenti penali  afferenti al c.d. “ codice rosso” hanno subito un significativo incremento passando dai 2897  nell’anno 2020 ai  3.058 nel 2021 .  

Tale incremento, certamente, è stato influenzato da una presa di coscienza della vittima  che è riuscita a ribellarsi  alla violenza subita  ed a collaborare  con  la polizia giudiziaria, nonché alla presenza,  ormai radicata nel territorio, dei Centri antiviolenza e delle associazioni a tutela della donna.

Importante  è l’allontanamento della vittima  e la collocazione della stessa  presso  strutture di accoglienza, nell’assoluto anonimato, per evitare  che vengano individuate  dal soggetto autore dei maltrattamenti.

In tal senso la Procura della Repubblica di Catania   ha  svolto un impegno notevole, attivando una rete  inter – istituzionale e specifici protocolli   per prevenire  situazioni di rischio o emergenziali.

Significative  sono  altresì  le misure cautelari adottare per tali fattispecie  di reati,  con una percentuale di accoglimento da parte del G.I.P. di pari al 97 % .

Certamente   il contrasto  a tale  tipo  di violenza   non può e non deve essere affrontato esclusivamente nelmomento giudiziario, ma necessitano interventi culturali  ed istituzionali  finalizzati   ad attuazioni di programmi specifici e concreti sia nei confronti delle potenziali vittime  che nei confronti dei soggetti maltrattanti , affinché  quest’ultimi vengano inseriti in  rigorosi percorsi psicoterapeutici.

Si ha contezza  che spesso la vittima  si rivolge più volte agli organi di polizia  per segnalare i maltrattamenti . Sarebbe opportuno  pertanto che, alle prime segnalazioni, il soggetto maltrattante  venisse avviato ad un percorso di recupero della propria personalità al fine di evitare il perdurare degli episodi di violenza ed eventuali epiloghi irreversibili.

Altrettanto grave ed inquietante è, altresì, la fattispecie di reato afferente alla pornografia minorile.  Il lavoro della polizia postale, ad oggi, è stato notevole e meritevole  ed ha portato alla iscrizione di  ben 158 procedimenti  nel predetto  periodo.

E’ evidente che, alla luce dei dati su riferiti e per una maggiore ed effettiva tutela dei c.d. soggetti deboli, è necessaria  una profonda presa di coscienza  sociale ed istituzionale, un mutamento culturale che parta dalle scuole, per sensibilizzare i ragazzi a   parlare ed a confrontarsi, ma , ancor più, una presa di coscienza da parte del territorio che, uscendo dai  “luoghi comuni”,  riesca a comprendere   che  gli episodi di  Vanessa e Ada  non devono ripetersi in una società  civile e che  esse sono il lutto di tutti noi!    

Kofi Annan  ha sottolineato  che :” i diritti delle donne  sono  una responsabilità di tutto  il genere umano;  lottare contro ogni  forma di violenza  nei confronti delle donne  è un obbligo  dell’umanità; il rafforzamento  del potere  di azione  delle donne significa  il progresso di tutta  l’umanità”.

Pertanto, poter incidere su ogni forma di violenza significa   promuovere il progresso vero dell’umanità