In questi giorni sta procedendo la nascita di gruppi di cittadini che intendono battersi per una Sicilia e per un Mezzogiorno diversi, efficienti, operosi.
In questi giorni tanti siciliani che non si rassegnano, tanti siciliani che rivendicano il diritto a godere delle proprie risorse e ad avere quei servizi e quelle infrastrutture che uno stato guidato da partiti nazionali ha destinato altrove, stanno perdendo coscienza di ciò che possono fare ed ottenere.
I siciliani sanno di avere un punto di riferimento che risponderà solo al territorio, ai cittadini ed al buonsenso ma sanno pure che non devono e non possono tirarsi indietro o sarà la fine di qualsiasi speranza.
Non è stato facile arrivare a questo punto, dunque, bisogna andare avanti con coraggio, competenza e determinazione, gli ostacoli sono ancora tanti, ma l’imperativo a cui bisogna obbedire è farcela.
Negli ultimi 17 anni sono stati sottratti al sud 840 miliardi di euro che ci avrebbero permesso di creare lavoro e sviluppo. Queste somme devono essere restituite fino all’ultimo centesimo, perché è con queste somme che il mezzogiorno sarà messo nelle condizioni di ripartire e di riallineare le proprie condizioni di vita e di lavoro con quelle di altre parti del Paese.
Le parole d’ordine alle quali ubbidire non sono tante ma sono chiare: responsabilità, risorse, perequazione sociale ed infrastrutturale, semplificazione burocratica, pari opportunità reale, soprattutto per chi si trova in condizioni di maggiore debolezza rispetto ad altri. Non mi pare che si tratti di concetti difficili da comprendere.