Autore: Silvestro Lo Cascio.

di Vito Pirrone

L’estate dura poco è un romanzo duro, violento, più reale della realtà, dove a fare da sfondo alla storia ci sono strade interrate, città afose, giornate piene di fatica che sembrano interminabili. Una storia che narra l’immigrazione via terra, lo sfruttamento del lavoro e della prostituzione, ma “L’estate dura poco” è soprattutto un romanzo che mette il lettore davanti la violenza che si scaraventa contro le donne. Una violenza dove il ruolo di vittima e carnefice diventa sempre più sottile e a volte intercambiabile. Una storia dove i personaggi sbarcano il lunario per sopravvivere. Il protagonista è Costinel, un giovane di origine rumena che vive e lavora in una Sicilia lontana dalle grandi città e dai luoghi di villeggiatura bagnati dal mare, il luogo non ha un nome perché può essere ovunque che il lavoro viene sfruttato e malpagato.  Costinel nella sua vita ha sempre lavorato in nero: nell’agricoltura, nell’edilizia, nella ristorazione, qualsiasi lavoro lo ha sempre fatto in nero. Una sera come tante, Costinel naviga su internet e beve vino rosso fino a notte inoltrata, prima di andare a letto vede sul comodino lo schermo del telefonino della sua compagna Elena illuminarsi, da qui una catastrofe, scaraventa su Elena tutta la sua violenza e gelosia, la picchia, la insulta e l’accusa di tradimento, il tutto davanti lo sguardo traumatizzato della loro bambina. Quando Elena terrorizzata e stremata minaccia di chiamare la polizia, Costinel fugge via nella notte. Chiede aiuto al suo amico Marco che gli dà una sistemazione provvisoria in un vecchio casolare di campagna. In questi giorni, Costinel e Marco, davanti delle birre stappate con la malinconia rivivono i vecchi ricordi di quando lavoravano insieme a Monaco di Baviera. La fuga durerà poco e Costinel finirà in carcere. Il carcere sarà la futura casa di Costinel, e dopo aver oltrepassato i sette cancelli si ritroverà così a rivivere le storie dei compagni di cella nei racconti che gli faranno. Le giornate vengono scandite dai rituali sempre uguali e la vita che c’è fuori riesce a entrare dentro attraverso le storie di ognuno: paesi, città, nazioni, quartieri e cadenze linguistiche convivono in quelle stanze raccontandosi a vicenda. E così, mentre fuori il tempo scorre veloce in avanti, dentro la cella si vive il tempo che si è lasciato alle spalle, e quel tempo continua a vivere nelle condanne che ogni detenuto si porta addosso. In una giornata particolarmente turbolenta della detenzione, Costinel vaga con i pensieri e ripercorre quello che forse è stato il suo ultimo anno di vita nella vita, quando all’età di sedici anni, un segreto svelato gli ha scombussolato per sempre la sua esistenza. Un segreto antilibidico indicibile, che una volta svelato, sgretola quegli equilibri che paradossalmente si reggevano grazie proprio a quel segreto. L’estate dura poco trascina il lettore in una realtà che a volte fingiamo di non vedere.