C’è chi costruisce chitarre, chi ceste di vimini, c’è chi fa l’idraulico, chi l’elettricista, c’è chi fa fa il meccanico, chi il muratore, c’è chi fa il sarto, chi il barbiere, c’é chi fa il falegname, chi il ceramista, o tantissimi altri lavori di cui, ormai purtroppo, si parla poco o niente.
Sono gli artigiani, quelli che ci consentono di vivere la nostra vita sapendo che possiamo contare su qualcuno che è in grado di riparare, di costruire, di inventare ciò che ci serve per andare avanti ogni giorno.
Un partito i che nasce per interpretare e sostenere le aspettative dei territori e del Sud in particolare deve battersi anche per loro, per i loro apprendisti e per la salvaguardia delle loro professionalità, senza le quali la società si fermerebbe immediatamente.
Così come sarebbe opportuno che un partito che intenda occuparsi della Sicilia e del Mezzogiorno contribuisse attivamente a svegliare la coscienza di popolo per non condannarlo ad essere ancora al rimorchio di partiti nazionali sempre pronti a prendere i voti al Sud e continuare a gestirli da Roma nell’interesse di Milano.
Vorrei tanto che la miseria con la quale deve fare i conti una popolazione disagiata, non le togliesse la dignità ed il coraggio e non la facesse diventare miserabile e pronta a qualsiasi compromesso.
In tal senso sarebbe molto opportuno che la nostra libertà dal bisogno delle popolazioni del Mezzogiorno fosse conquistata con la partecipazione e l’impegno, non con l’accattonaggio politico.
Nel corso della storia unitaria d’Eli nostro Paese, molti sono venuti al Sud promettendo il paradiso, ma noi il paradiso l’abbiamo già ed è bellissimo, vorremmo solo potercelo godere.