Il motivo del raggiro sembra uno solo: le prossime elezioni regionali e la necessità dei politici di governo di carpire la buonafede di tanti giovani e meno giovani disoccupati siciliani cercando di fidelizzare il loro voto con la “promessa” e la “prospettiva” di un posto di lavoro.
Per uno dei peggiori presidenti della Regione che abbiamo avuto, invece, i dipendenti regionali in servizio sono altra cosa: categoria difficilmente suggestionabile politicamente e, quindi, da vilipendere a ogni occasione e da additare strumentalmente all’opinione pubblica come “motivo di tutti i mali”; per questi sarebbe bastato prevedere solo delle riserve “fasulle” nei bandi di concorso, citando una legge abrogata.
Un disegno vergognoso e inaccettabile studiato e portato avanti senza scrupoli a tutto danno di una macchina amministrativa sempre più inceppata e gestita senza la necessaria capacità.
Questi bandi di concorso, preparati senza avere accettato i suggerimenti delle parti sociali che avrebbero evitato l’ennesima pessima figura della Regione Siciliana, fanno tristemente tornare alla mente le medesime procedure dei maxi-concorsi truffa ai Beni Culturali banditi nel 2000, anch’essi alla vigilia di elezioni regionali, e utili, quindi, solo a raccattare voti: dei 1.200 posti banditi sono stati assunti meno di 200 persone (di cui una parte in forza di sentenze che hanno obbligato la Regione ad adempiere). Anche quei concorsi mortificavano, infatti, le professionalità dei dipendenti allora in servizio di cui non si teneva alcun conto e il COBAS-CODIR si fece promotore anche allora di una moltitudine di iniziative legali e proteste di piazza che denunciavano la malafede dei politici di governo pro-tempore: dopo che arrivarono oltre 600.000 mila istanze di disoccupati e passate le elezioni, tutto cadde nel dimenticatoio e non se ne fece quasi più nulla.
Certo le continue provocazioni dell’attuale governo, portate avanti con la pervicace volontà di andare avanti con i bandi che sarebbero comunque viziati da illegittimità, fanno sospettare finalità analoghe a quelle del governo del 2000, con il maxi-concorso truffa che prese in giro i siciliani.
Il COBAS-CODIR, dal canto suo, senza con ciò volere in nessun caso negare la prospettiva di un posto di lavoro ai tanti disoccupati siciliani, continuerà nella battaglia a difesa dei diritti dei lavoratori in servizio e, riservandosi adeguate azioni di protesta, ha già dato mandato ai propri legali di predisporre ogni atto utile per impugnare i concorsi nella loro interezza nel caso in cui il governo non provvedesse a deliberare le giuste misure compensative in favore dei lavoratori regionali che aspettano da 20 anni i necessari percorsi di carriera.
Se il governo regionale vuole realmente rinnovare l’amministrazione avvii immediatamente la riclassificazione e la riqualificazione del personale dando all’ARAN le dovute direttive, con tempi certi e immediati, attuando la stessa riforma del personale che è stata sottoscritta dalle organizzazioni sindacali nel dicembre scorso a Roma e che prevede espressamente al suo articolo 18 la norma di prima applicazione che risolverebbe ogni conflitto con i lavoratori e le organizzazioni sindacali.