Quando nel nostro Paese, come accade nel film americano “Presunto colpevole”, un avvocato difensore riuscirà a fare assolvere il suo assistito ed a fare condannare il giudice corrotto che lo accusava, l’Italia tornerà ad essere la patria del diritto.
Oggi, purtroppo, nonostante l’impegno di tantissimi magistrati onesti, che rischiano la vita ogni giorno e che onorano la toga che indossano, una parte della magistratura, tentando la scorciatoia della via giudiziaria verso la politica e verso la carriera, sta delegittimando l’intero sistema giudiziario italiano.
Fino a qualche tempo addietro questo genere di considerazioni potevano essere confutate, oggi non più perché l’inchiesta che vede protagonista l’ex PM e componente del CSM Luca Palamara ha messo e sta continuando a mettere a nudo un “sistema” che ha rivelato dinamiche scandalose a causa delle quali c’è gente che ha persino perso la vita.
È chiaro che, cos stando le cose, l’indice di credibilità della magistratura scende precipitosamente e questo non serve né alla giustizia, né alle vittime, né ai colpevoli, ma soprattutto non serve alla società nel suo insieme che ne paga le conseguenze.
Burocrazia, giustizia, sanità, sicurezza, informazione sono i settori nei quali si misura la qualità, la libertà e la democrazia di un Paese, oltre che la sua capacità di saper affrontare vittoriosamente le sfide del progresso e della civiltà, ritardarne le riforme significa contribuire ad aumentare disagi e sofferenze.