Dovremmo far capire al “duo di coppe” che i meridionali ed i siciliani in particolare non sono soltanto elettori da ingannare o consumatori da blandire, ma anche cittadini portatori di diritti e di esigenze, talvolta vitali, di necessità legate alle loro condizioni di vita, anche in relazione a quelle degli altri. 

La stessa cosa, però, dovrebbe essere compresa dalle persone, da tutte le persone, non solo di quelle che si occupano abitualmente di politica, che devono smetterla di considerarsi soltanto elettori e consumatori, salvo poi a lamentarsi, o peggio, di pensare di essere moralmente superiori, grazie a certa magistratura militante e ben organizzata in “sistema” o ad una esagerata indulgenza verso se stessi. 

La prima regola di cittadinanza è la partecipazione, non la sterile polemica che non produce alcun serio effetto. 

La seconda è la scelta consapevole, non lo svogliato, anzi pericoloso, voto di protesta, che come abbiamo vista affida il paese a gente buona a nulla ma capace di tutto. 

La terza è la giustizia, non la presunta superiorità morale, ottenuta costruendo politicamente le carriere e le sentenze di certi magistrati, come è stato rivelato dagli esiti dello scandalo provocato dalle dichiarazioni dell’ex componente del CSM Luca Palamara.

Progettare il domani vuol dire capire, intervenire, scegliere ma anche ammettere gli errori e tentare rimediare costruendo con pazienza un modello che, per dirla con il cantautore Pierangelo Bertoli, stia con “i piedi nel passato e lo sguardo nel futuro”.