L’anno che ci lascia è stato un anno davvero difficile, tuttavia, mentre il 2020 ha rappresentato l’anno della crisi pandemica e delle decine di migliaia di morti, il 2021, grazie ai progressi della scienza ed al buonsenso di circa il 90% degli italiani che, vaccinandosi e vaccinando, ci hanno creduto, è stato l’anno della ripartenza.
Il Prodotto Interno Lordo cresce di circa il 6%, le attività economiche hanno ripreso a funzionare, i furbetti del reddito di cittadinanza cominciano ad essere intercettati e puniti, le risorse del Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza iniziano ad essere spesi secondo un programma pieno di falle, ma comunque avviato.
Il Governo, sotto la rigorosa guida di Draghi, ha corretto alcuni degli errori dei suoi predecessori e adesso si accinge ad affrontare, insieme all’intero Parlamento, l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica e quello che ne deriverà sul piano politico ed istituzionale.
Il 2022 si profila come l’anno della stabilizzazione, del rilancio, del consolidamento dell’economia e della definitiva sconfitta del Covid, ma non bisogna mollare, anzi, bisogna insistere, perché i settori in crisi sono ancora tanti e le decine di femminicidi verificatisi nel 2021 costituiscono un brutto segnale delle cattive condizioni in cui versa la società, sempre più priva di valori di riferimento.
La giustizia, l’istruzione, il Mezzogiorno, l’occupazione, soprattutto quella giovanile e femminile, l’imprenditoria, la perequazione infrastrutturale, i trasporti, i servizi alla persona, la Pubblica Amministrazione, la sicurezza, la pace, l’immigrazione clandestina, insieme ad altri argomenti, rappresentano capitoli ancora aperti che bisogna affrontare in fretta e bene.
I presupposti sembrano esserci, tuttavia i recenti dati fornitici dall’Istat ci confermano che in Italia si nasce poco, si emigra molto e, nonostante tutto, ci si sviluppa meno di quanto di potrebbe.
Si tratta di segnali che non possono essere trascurati, anzi, che devono rappresentare i punti cardine di qualsiasi agenda di governo, salvo a non voler cogliere gli elementi di crescita che pure si sono registrati e perdere un’occasione storica di cambiamento.
Mi auguro che, dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, i partiti ed il Parlamento sappiano mettere da parte qualsiasi tatticismo pre elettoralistico e si decidano a puntare insieme in direzione del superamento di tutti gli ostacoli, che già si intravvedono, lungo la strada che dovrebbe condurci verso la rinascita definitiva del Paese e il suo strategico posizionamento al centro del “Continente Euro Mediterraneo”, un’area geo-politica all’interno della quale l’Italia può svolgere un compito di insostituibile importanza.
Ai lettori di “Metropolis più”, dal sottoscritto e dall’intera redazione i più sinceri auguri perché il 2022 sia davvero un anno ricco di salute, di serenità, di successo, di sviluppo, di rispetto e di tolleranza per tutti.