Noi siciliani abbiamo spesso premiato la politica che, in un determinato momento storico, ci è sembrata più leale, forte, efficace e innovatrice, anche se in realtà non lo era affatto ed i segnali erano ben visibili.
Poi ci siamo sempre accorti che la lealtà, la forza e la potenziale carica innovativa non erano insufficienti a garantire efficienza e buon governo e abbiamo manifestato la delusione con l’astensionismo o il voto di protesta.
Anche questa scelta si è rivelata sbagliata, perché è servita solo a permettere ad un manipolo di incapaci, a volte disonesti, di condizionare la vita di tutti e sprecare opportunità e risorse, con effetti a dir poco devastanti per l’occupazione, per lo sviluppo, per il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi.
Lentamente, ma energicamente, stiamo tentando di creare uno spazio politico differente, legato al territorio, rispettoso del passato e delle ideologie che lo hanno contraddistinto, ma fortemente proiettato nel futuro, verso un modello post ideologico e innovativo capace di ridurre i margini di scelte sbagliate, di proteste sterili ed improduttive, insomma di errori di cui paghiamo il conto ogni giorno.
La scommessa che vorremmo lanciare conta molto sulle nostre dirette possibilità e presenta pochi spazi per i lamenti, i “ma anche”, i “sì però”, ecc.
Per riuscire nell’intento bisogna partire dall’ammissione degli errori compiuti, evitando di ripeterli e bisogna andare avanti con coraggio e determinazione. Diversamente non ci resterà altro da fare che continuare ad essere i comodi creduloni di chi continuerà a farsi i “fatti propri” a partire dal nord.