Si è svolto dal 23 settembre al 15 novembre il contest, con votazione online, per il titolo di Tree of the Year. Nella fase finale sono stati quattro gli alberi italiani finalisti: il castagno di Laion (Bolzano, Trentino-Alto Adige) che ha ricevuto 10.009 voti, un albero alto 14,60 metri e di circa 700 anni; il castagno di Nardo, (Morrice, Teramo, Abruzzo), che si è aggiudicato il terzo posto con 12.177 voti e che detiene il primato di essere l’albero più grande della penisola (isole escluse); il castagno di Grisolia (Cosenza, Calabria) è stato invece votato per ben 22.336 volte arrivando al secondo posto, si trova al Parco del Pollino ed è conosciuto anche col nome di “castagno dei Salavruni ( “ramarri” in dialetto calabrese). La sua particolarità sta nel fatto che può essere visitato al suo interno in quanto presenta il tronco completamente cavo; a vincere nettamente sugli altri è stato però il castagno dei 100 Cavalli (Sant’Alfio, Catania, Sicilia) con 36.212 voti. L’albero, simbolo di orgoglio per il territorio etneo, presenta un’altezza di 19,42 metri, una circonferenza di 10,51 metri e un’età stimata di oltre 3.000 anni. Vista la sua lunga storia è tra i castagni più famosi al mondo nonché il più vecchio fin ora conosciuto. Secondo alcuni studiosi i tre grandi fusti che compongono l’albero condividerebbero l’apparato radicale: se così fosse, il castagno dei 100 Cavalli sarebbe inoltre l’albero più grande al mondo. Questi suoi primati, che lo rendono inoltre “simbolo di evocata fertilità” e “testimonianza della forza della vita che nasce e sempre si rigenera”, gli sono valsi il riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità come Monumento messaggero di pace” da parte dell’UNESCO nel 2006. Già nel 1982 il Corpo forestale dello Stato lo aveva inserito nel patrimonio italiano dei monumenti verdi e, insieme ad altri 150 alberi dei 22.000 presenti nell’elenco, è stato evidenziato per l’eccezionale valore storico e monumentale.

Dietro il suo nome si cela inoltre una misteriosa ed affascinante leggenda, tramandata da generazione in generazione: si narra che una regina (per alcuni Giovanna I d’Angiò, per altri Giovanna d’Aragona o addirittura l’imperatrice Isabella d’Inghilterra) durante una battuta di caccia venne colta di sorpresa da un fortissimo temporale. La regina, con i cento cavalieri al suo seguito, trovò riparo solo ai piedi del maestoso castagno che, grazie alle sue enormi dimensioni, riuscì a proteggere i rifugiati. Le attestazioni storiche invece raccontano dello stupore di molti intellettuali i quali, durante il Grand Tour, ammirarono l’albero: da Patrick Brydone a Jean Houel, fino a Johann Wolfgang von Goethe.


I più di 36mila voti ricevuti rappresentano dunque non solo l’orgoglio che gli abitanti di Sant’Alfio dimostrano di avere nei confronti di un monumento verde di tale portata, ma sono anche il simbolo di gradimento proveniente da molti altri amanti della natura e della sua storia.
L’albero è stato premiato il 21 novembre, proprio nella giornata Nazionale dell’Albero, a Villa di Toppo Florio (Udine): nell’incontro presentato da Cristina Lambiase (membro esperto UNWTO – One Planet Network SDG12), sono stati il Sindaco di Buttrio Eliano Bassi, l’Assessore comunale alla Cultura Patrizia Minen e il Direttore scientifico di Giant Trees Foundation Andrea Maroè, a consegnare il premio all’Assessore del Comune di Sant’Alfio Maria Gabriella Nucifora e ad un referente, commissario forestale, della Regione Sicilia.


L’albero vincitore rappresenterà l’Italia nella competizione del 2022 per il titolo di European Tree of the Year, e potrà essere votato dal mese di febbraio nel sito https://www.gianttrees.org/it/tree-of-the-year/regolamento-europ.
Il contest è dunque un’occasione per dimostrare, ancora una volta, l’importanza di salvaguardare gli alberi (e la natura in ogni sua forma), valorizzandone inoltre l’importanza all’interno di un territorio: così come il castagno dei 100 Cavalli, ogni albero è forse il primo vero testimone storico di un determinato luogo.

Ilenia Giambirtone