Perché quel senso di opportunità, che viene spesso richiamato dai media o Dario benpensanti, deve consigliare ad un politico indagato di dimettersi, non si applica ai magistrati che sbagliano le sentenze, né ai tutori dell’ordine, che con il loro comportamento violano la legge?
A quelli che criticano sempre la politica bisognerebbe ricordare che la politica siamo noi, perché siamo noi che, direttamente o indirettamente, scegliamo a chi affidarne le sorti, dunque spetta a noi evitare che certi giudizi o certe “opportunità” non siano ondivaghe.
A quelli che, di volta in volta, temono e criticano i comportamenti del popolo, bisognerebbe ricordare che il popolo siamo noi e che anche il popolo ha delle responsabilità, talvolta molto gravi.
A quelli che sanno sempre fare ciò che spetta fare agli altri, ma si guardano bene dal fare ciò che spetta fare a loro, bisognerebbe ricordare che se tutti spazzassimo davanti la porta di casa nostra tutte le città sarebbero più pulite.
A quelli che non ammettono mai le proprie colpe e preferiscono scaricarle sugli altri, bisognerebbe ricordare che, a turno, gli altri siamo noi.
A quelli che: quella volta non c’erano e, solo per questo, pensano di non avere responsabilità, bisognerebbe ricordare che altre volte c’erano e qualcuno li ha visti.
A quelli che dicono che non hanno mai avuto nulla, o che non hanno mai chiesto nulla, o che noi non sappiamo comprendere i loro problemi, bisognerebbe ricordare che una buona cura di fosforo non farebbe affatto male.
A quelli che chiedono ma tu dov’eri? Bisognerebbe chiedere: e tu?
A quelli che sostengono che quelli di prima erano peggiori, bisognerebbe ricordare che il passato non possiamo più modificarlo, ma il futuro sì.
A quelli che pensano che le cose le debbano cambiare gli altri, bisogna ricordare che al cambiamento bisogna partecipare, altrimenti è pericolosa imposizione.