Credo nella responsabile libertà e nella democrazia, credo nel diritto di opinione e nella sua tutela, penso che la democrazia debba dare il diritto di rappresentanza alla maggioranza, ma soprattutto debba assicurare il rispetto assoluto della minoranza, in una logica di possibile alternanza.
Penso però che, se parliamo di questioni per le quali non si ha specifica conoscenza o competenza, l’opinione di un esperto valga di più di quella di chi esperto non lo è.
Imparare a leggere e capire le varie opinioni, dando loro il peso reale che meritano, dovrebbe essere un dovere di tutti, sia di chi esprime un’idea, sia di chi la giudica.
Talvolta mi domando perché, quando facevo il parlamentare, gli elettori, giustamente, volevano sapere cosa avessi intenzione di proporre per il lavoro, per le imprese, per le strade, per le infrastrutture, ecc. mentre oggi chiedono se si sia o meno razzisti, no vax o terrapiattisti.
In quegli anni, per fortuna, il fenomeno del razzismo era stato quasi del tutto debellato, si parlava di diritto allo studio, di lotta alla mafia, di impegno civile, ecc.
Non credo che la paura del “diverso” da noi, che sia o meno fondata, possa essere un valido programma di governo mentre la disoccupazione cresce, lo spread sale, la produzione industriale scende vertiginosamente, l’ignoranza è diventata un merito e del Sud non si parla più, se non che in termini offensivi.
Eppure ci sono miei concittadini che si accontentano di continuare a fare sacrifici senza che venga varata alcuna politica di sviluppo per la produzioni, per l’agricoltura, per il lavoro e si accontentano pure di viaggiare male, a costi elevati, in treni decrepiti o su autostrade perennemente interrotte, pur di avere qualcuno che indichi loro un falso nemico contro il quale combattere.