Vorrei tanto che i siciliani, ogni tanto, si ricordassero e ricordassero a chi lo dimentica, di essere conterranei di Archimede, di Empedocle, di Sant’Agata, di Santa Rosalia, di Santa Lucia, di Ruggero II, di Ciullo d’Alcamo, di Jacopo da Lentini, di Verga, di Pirandello, di Capuana, di Sciascia, di Quasimodo, di Brancati, di Patti, di Goliarda Sapienza, di Majorana, di Don Pino Puglisi, del Cardinale Pappalardo, di Falcone, di Borsellino, di Anastasi, di Schillaci, di Antibo, di Gibilisco, di Annarita Sidoti, di Vincenzo Nibali, di tanti campioni di scherma o di lotta, di Enzo Majorca, di Antonello da Messina, di Renato Guttuso, di Vincenzo Bellini, di Tomasi di Lampedusa, di Battiato, di Carmen Consoli, di Gianni e Marcella Bella, di Rosario Romeo, di Alfio Russo e di tanti altri personaggi che hanno reso grande la Sicilia.
Vorrei che non si ricordassero o ci ricordassero solo di Riina e di Provenzano. In fondo, a sconfiggerli sono stati sempre i siciliani!
Sono stati i siciliani che ci hanno rimesso la vita, sono i siciliani che si sono organizzati per combattere la criminalità organizzata, sono i siciliani che si sono tirati sù le maniche e si sono organizzati per ricostruire le loro case quando i terremoti o l’Etna le distruggeva.
Insomma, non credo proprio che noi siciliani meritiamo la diffidenza ed il pressappochismo con i quali veniamo trattati.