Credo che i magistrati che decidono di fare i parlamentari e, quando smettono di farlo, tornano a fare i magistrati, siano i più forti alleati dei parlamentari che, pur essendo condannati, continuano a fare i parlamentari. 

Credo che i magistrati responsabili di sentenze sbagliate, per le quali non pagano mai, siano i più forti alleati dei parlamentari che promettono ma non mantengono, così come lo sono anche dei delinquenti che trovano nell’ingiustizia istituzionale la giustificazione per i loro crimini.

Credo che i magistrati che negano le loro colpe e difendono la loro casta siano i più forti alleati dei parlamentari che, per difendersi dalla giustizia politicizzata, approvano leggi per difendere sé stessi e non per difendere tutti. 

Credo che i parlamentari, per quanto possano sbagliare, ogni cinque anni, si sottopongono al giudizio dell’elettorato, che può bocciarli, mentre i magistrati, una volta che vincono il concorso, tuttalpiù, si sottopongono al giudizio del CSM, cioè di altri magistrati come loro, e avanzano in carriera anche se emettono una sentenza ogni morte di Papa e lasciano decorrere i termini perché sono molto impegnati.

Credo che, se veramente si vuol cambiare il Parlamento e i parlamentari, se si vuole cambiare la società, allontanandola dai suoi vizi spesso negati, bisogna cominciare con il cambiare la magistratura e i magistrati, i quali, con certi loro comportamenti, di molti vizi e di molte illegalità  costituiscono il pretesto è forse persino la causa.

La riforma referendaria, quindi, non solo è necessaria, è anche urgente, anzi, urgentissima per rimettere le cose nel posto assegnato loro dalla Costituzione.